«La conclusione del lungo percorso per la protezione anche online dei marchi vinicoli veronesi è un fatto estremamente positivo per il territorio della Valpolicella e per tutti i suoi produttori». Il deputato veronese Diego Zardini accoglie con soddisfazione la notizia della firma del protocollo di intesa tra l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari (ICQRF) e il Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella. «Ora possiamo proseguire il lavoro per l’inserimento dell’Amarone nel patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco».
Grazie al protocollo d’intesa, arrivato a compimento dopo tre anni di lavoro tra il Consorzio e l’Ispettorato del Ministero delle politiche agricole, i marchi Amarone Docg, Valpolicella Doc, Valpolicella Ripasso Doc e Recioto della Valpolicella Docg godono della protezione di una task force anti-contraffazione attiva anche online. In particolare, sarà possibile contrastare, ostacolare e perseguire la vendita di prodotti contraffatti sui canali di commercio elettronico in Nord America (Stati Uniti e Canada), nel Regno Unito, in Irlanda e nei paesi scandinavi, principali mercati di riferimento per le denominazioni veronesi.
«Come avevamo chiesto in fase istruttoria», ricorda Zardini, «sarà costituito un nucleo anti contraffazione all’interno del Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella con persone formate dall’Ispettorato per il controllo dei canali commerciali online e con un protocollo codificato per la segnalazione delle frodi».
«Chiusa questa partita, cerchiamo di riaprire immediatamente il cantiere del riconoscimento Unesco», chiede Zardini. «Sono almeno due anni che stiamo lavorando al dossier per inserire l’Amarone nel patrimonio immateriale dell’Umanità. È tempo che tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla Regione Veneto, si attivino concretamente cercando fra l’altro di non ripetere gli errori che hanno purtroppo affossato la candidatura delle colline del Prosecco».