ll 14 febbraio 2017 la Regione Veneto ha approvato le modifiche alla legge regionale stabilendo una priorità negli accessi a chi vive in Veneto da quindici anni. Così commenta l’on. Diego Zardini, del Partito Democratico “Sulla questione, che viola palesemente i principi costituzionali, assieme a tutti i colleghi parlamentari del Partito Democratico Veneto abbiamo deciso di porre l’attenzione del Governo, e in particolare al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli”. L’interrogazione rileva come si tratti dell’ennesimo provvedimento fortemente ideologico che intende ostacolare, se non, addirittura, negare l’integrazione, anzichè prevedere nuove risorse per sostenere e implementare la rete dei servizi: «Gli incentivi che premiano solamente chi risiede e lavora in Veneto da molto tempo creerebbero discriminazione non solo alle famiglie straniere comunitarie o extracomunitarie, ma anche a qualsiasi famiglia italiana che negli ultimi 15 abbia scelto di vivere nella Regione Veneto o che desidererebbe farlo in futuro. Il testo approvato limita la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, costruendo invece discriminazioni che non possono essere accettate». Conclude Zardini: “Ci siamo appellati al Ministro poichè ha la possibilità di impugnare la legge entro novanta giorni dalla sua approvazione e allo stesso modo potrebbe intervenire anche la Corte Costituzionale, qualora emergessero elementi di incostituzionalità. L’autonomia delle regole che hanno gli enti locali, in particolare le Regioni su questioni di carattere amministrativo e di graduatorie per l’accesso ai servizi formativi e scolastici, non può assolutamente ledere i diritti fondamentali di chi vive in Italia“.