YouPol: l’app della Polizia di Stato contro il bullismo ora disponibile in tutte le province

 
 
YouPol, l’app della Polizia di Stato per segnalare casi di bullismo o spaccio di droghe, dal 18 maggio è attiva in tutte le province italiane.

L’app “amica”, “da chiamare in un momento di difficoltà per non voltarsi dall’altra parte”, come l’ha definita nel giorno della sua presentazione, a novembre 2017, il ministro dell’Interno Marco Minniti, adesso può essere utilizzata su tutto il territorio nazionale, ai ragazzi che vogliono dire concretamente “basta” al bullismo o cyberbullismo, alle droghe, per un contesto di vita migliore per se stessi e per gli altri.

YouPol, realizzata “in house” dai tecnici della Polizia di Stato, è scaricabile gratis on line sia per sistemi Ios che Android. L’applicazione permette all’utente di interagire con la Polizia di Stato inviando segnalazioni (immagini o testo) relative a episodi di bullismo e di spaccio di sostanze stupefacenti.
Immagini e testo vengono trasmesse all’ufficio di Polizia e sono geolocalizzate consentendo di conoscere in tempo reale il luogo degli eventi. E’ possibile anche l’ invio e la trasmissione in un momento successivo con l’ inserimento dell’ indirizzo del luogo in cui si è verificato l’ evento.

Con la app inoltre si può anche chiamare il 113 e il Numero unico di emergenza (Nue) 112.

In questi 6 mesi dal lancio, secondo i numeri della Polizia, l’app è stata scaricata oltre 118.000 volte. Le segnalazioni per bullismo sono state finora 1.152, mentre quelle su spaccio e uso di droghe 2.132. Per scaricare l’app da Google Play e App Store cliccare sui link di seguito riportati:

Alberto Speciale

 
 
Alberto Speciale
Classe 1964. Ariete. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa, amante della trasparenza con un interesse appassionato, inesauribile, sfacciato, per i fatti degli uomini. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. "Sono responsabile di quel che scrivo non di quel che viene capito"

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