Web e democrazia

 
 

Nel sentimento comune, nella pubblica opinione, negli ultimi anni si è affermato il concetto che il Web è il nuovo, mentre  la vecchia democrazia formale è il vecchio. I Cinque stelle hanno elevato a mantra e regola questa concezione, che però sta mostrando tutti i suoi aspetti negativi; sicuramente il web è utile ed è un grande strumento innovativo, ma non è una forma superiore e positiva di dialogo e decisione democratica. Anzi, contiene un pericolo grave per la democrazia e la correttezza della decisione politica, perché  eleva ad opinione paritaria ( a quella di esperti e competenti) l’opinione di autentici ciarlatani e dà dignità politica e dialogica alle opinioni di minoranze assolutamente incompetenti su materie complesse, presentando il più delle volte perniciosissime semplificazioni. Stanno diventando pericolosamente numerose le tematiche (dalle scie chimiche ai vaccini) in cui gli esperti e i competenti sono liquidati con il miserabile argomento che, in quanto esperti, sono espressione di interessi e quindi poco credibili. Il M5S è il portatore di questa distorsione populista e autoritaria della democrazia. Il web è oggi il veicolo decisivo del populismo: quello che Tocqueville paventava come dispotismo della maggioranza, quello che nell’antica Atene portava ad ostracizzare brave persone, a volte benemerite. Tra l’altro poi (vedi i 40.000 votanti dell’ultima consultazione on-line dei 5 Stelle) non è nemmeno lontanamente maggioranza di un qualcosa. Più che dittatura di maggioranze è il delirio della massificazione, dell’appiattimento, dell’incapacità di analisi, della demonizzazione di chi la pensa diversamente. Chiunque va’ ad esprimere opinioni non in linea con certe tendenze, viene additato come nemico del popolo: già è invalsa questa pratica per i pareri dei virologhi, degli oncologi, dei chimici, dei sismologi ecc. Credibile per loro è solo il guru, lo sciamano, nel quale viene riposto un atteggiamento fideistico e acritico, saltando qualsiasi passaggio: un rapporto diretto tra leader, e i suoi server, e masse; principio chiarissimo di ogni totalitarismo. Invece la Democrazia è anche mediazione e non potrà mai prescindere da un sistema articolato, ordinato, di equilibri e contrappesi, dove i corpi intermedi, i partiti, i sindacati, le associazioni, le lobbies ( che possono esprimere interessi legittimi), i sistemi di comunicazione, annullino il dispotismo di maggioranze o, anche, di minoranze incompetenti. Una società evoluta deve reggersi e riconoscere il ruolo degli esperti e mantenere saldo il principio di separazione dei poteri dello Stato. Se si governa con il potere del Web, dove tutto si amalgama, dove proposte, idee, opinioni, esercizio della sovranità popolare, giustizia, diventano un coacervo indistinto ed indistinguibile, la società si ammala ed è finita. Così gli ignoranti e gli incompetenti prevarranno, la nostra vita quotidiana peggiorerà e a tutto penserà lui, il guru di turno!

 
 
Lorenzo Dalai
Lorenzo Dalai, nato a Verona, laureato in filosofia, sono sposato con Marilisa e ho tre figli. Sono stato responsabile dell’organizzazione aziendale di una catena di supermercati e Consigliere provinciale dal 2009 al 2014. Dal 1980 al 1988 Consigliere nazionale della Federazione Italiana Canoa Kayak, Attualmente Consigliere comunale ad Erbezzo.

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