Difesa attenta, centrocampisti e punte che coprono, non sono bastate a non subire gol. La premessa è in controtendenza alla contentezza per la vittoria perché, nonostante le dichiarazioni di Juric, la Roma e’ sembrata tutt’altro che una grande squadra. La “rometta” ci infila due volte e conferma l’impressione delle scorse gare: l’Hellas e’ costruito per essere a trazione anteriore, pieno com’è di trequartisti e centravanti. Il dato è chiaro in contrapposizione alla debolezza difensiva, messa a nudo con una certa continuità ed evidenziata al limite dell’umiliazione contro l’Atalanta.
L’approccio degli uomini di Zanetti, per sua stessa ammissione in conferenza stampa, quando ha sottolineato di preferire sempre la vittoria al pareggio, è giocarsela a viso aperto, consapevole che l’assetto della retroguardia è il vero tallone d’achille. Aver preso coscienza della cosa dopo i tre gol incassati dal Toro, uno dal Venezia e due dalla Roma deve servire per un’accurata analisi: mai come quest’anno il Verona ha lucidità e bravura davanti e potrebbe avere senso alzare smodatamente la linea arretrata, trascurandola (solo all’apparenza), aumentando il numero delle occasioni e la pericolosità sotto rete, in una sorta di adorazione del mantra zemaniano almeno fino a gennaio, quando con il mercato sarà possibile fare degli aggiustamenti.