Le Nazioni Unite hanno riconosciuto la terza domenica di novembre come la giornata mondiale in ricordo di tutte le vittime della strada.
Verona è stata scelta come riferimento a livello nazionale in quanto nella nostra città operano diverse associazioni che quotidianamente sono presenti sul territorio per sensibilizzare un argomento tanto delicato e importante, quanto doloroso per coloro che hanno avuto la sciagura di perdere un familiare a causa di un incidente stradale.
Domenica 18 novembre in Piazza San Zeno dalle ore 8:00 alle ore 14:00 ci sarà un’esposizione simbolica di cinquanta croci bianche, per l’occasione confluiranno da tutte le regioni molti famigliari di Vittime della Strada per un momento di raccoglimento e preghiera.
“Purtroppo dobbiamo constatare che il numero dei decessi torna a salire rispetto al biennio 2016/2017, una preoccupante inversione di tendenza che vede come causa principale la velocità e la distrazione degli automobilisti da uso di cellulare” – è quanto si legge sul comunicato di AVISL.
Grande attenzione anche da parte delle istituzioni e della pubblica amministrazione, infatti, nelle serate di domenica e lunedì, il Palazzo della Gran Guardia sarà illuminato di rosso grazie anche al contributo di AGSM.
Inoltre, la Repubblica Italiana da quest’anno con la legge 29 dic. 2017 n. 227 promuove ogni iniziativa utile a migliorare la sicurezza stradale e a informare gli utenti della strada, in particolare i giovani, sulle gravi conseguenze che possono derivare da condotte di guida non rispettose del codice stradale.
Perché è così importante la giornata della memoria?Ce lo spiega il presidente di AVISL, Patrizia Pisi: “A differenza delle catastrofi aeree, marittime o di atti di terrorismo, gli incidenti stradali richiamano poco l’attenzione dei media a causa della loro grande frequenza, malgrado il loro colossale costo umano e socio-economico. Gli sforzi per aumentare la sensibilità del pubblico per la prevenzione e l’assistenza alle vittime sono enormi, perciò, accanto all’impegno delle istituzioni internazionali e nazionali, emerge la necessità di fornire assistenza morale e giuridica ai famigliari delle vittime. La morte e i ferimenti sulla strada – conclude la Pisi – sono eventi improvvisi, violenti, traumatici, il cui impatto è di lunga durata, spesso permanente.”
Sono orfano di Papà ucciso su uno sterrato da un diabetico al guida della sua auto. Era il 1981. Sono ancora indignato per come “la Giustizia” trattò quel fatto. Era una Giustizia malata a quell’epoca. Son passati 37 anni, il mio dolore ha solo cambiato aspetto, è invecchiato insieme a me MA il rancore verso I Tutori del Codice della Strada è aumentato: una Banda di Prepotenti, collusi tra loro e spesso consapevoli di agire fuori dalla Legge.