La rituale kermesse del Vinitaly ha aperto i battenti nel cuore della città, con un carnet di proposte enogastronomiche da leccarsi i baffi.
Bellissimo, una festa che coinvolge tutti, turisti compresi, che idealmente si portano via istantanee uniche della nostra meravigliosa città. Propaganda gratuita che per osmosi sviluppa richiami spontanei di visitatori.
Manca però qualcosa nella rutilante organizzazione della manifestazione: Fondazione Arena, simbolo di Verona nel mondo, non è pervenuta.
Nessun contributo da parte della squadra dell’ex Ente Lirico; nessun evento nell’evento, nessuna promozione del brand dell’opera, opaco da anni, affossato da gestori passati, dimenticato dagli attuali.
Niente da fare: Verona, il vino e l’opera, un connubio che impreziosirebbe l’indotto locale a prescindere dal Vinitaly, non viene sfruttato.
L’abbinamento non quaglia, evidentemente troppo difficile da pensare e realizzare. Aspettiamo il Direttore Commerciale per partorire l’ovvio? Che tristezza. Con la stagione invernale a pezzi e il festival estivo che resiste più per tradizione che per qualità, la politica non partorisce niente e non si cura nemmeno di lucidare l’argenteria.
“Cui prodest” mantenere Sindaco, Assessore alla Cultura ed esperti di marketing se poi fallano clamorosamente bersagli così facili?
Alziamo i calici, lasciamoci cullare da Bacco ma brindiamo con un pizzico di amarezza. L’occasione è persa un’altra volta.
Cin Cin