Inaugurato per la prima volta da un presidente della Repubblica, Vinitaly ha tagliato brillantemente il traguardo dei cinquant’anni. Il bilancio, a fiera conclusa, ha registrato 130.000 operatori da 140 nazioni ed il superamento dei 100.000 metri quadrati netti espositivi, prima rassegna al mondo per superficie, con oltre 4.100 espositori da più di 30 paesi. Quasi 50.000 le presenze straniere, 28.000 buyer accreditati dai mercati internazionali, in aumento del 23% rispetto al 2015, grazie al potenziamento delle attività di incoming di Vinitaly e del piano di promozione straordinaria del made in Italy (www.vinitaly.it).
Nel fuori salone “Vinitaly and the City” si è quantificato un giro di 29.000 persone, nella strategia di diversificazione dell’offerta per gli operatori professionali in fiera, rispetto a quella rivolta ai wine lover, con degustazioni e spettacoli nel centro storico di Verona.
Novità? Naturalmente. E’ apparsa la “Wine cup” (www.italianwinecup.com), bicchiere tappato e monodose da 187 ml., sorta aperitivo da asporto – come il caffè – a scelta tra Merlot, Rosato e Chardonnay. Nell’area della Regione Veneto si sono ammirate le bottiglie di Raboso dalle etichette personalizzate, firmate dagli artisti dell’Associazione Italiana Persone Down, sezione della marca trevigiana (www.aipdmarcatrevigiana.it): una è stata consegnata direttamente nelle mani di Mattarella da Stefano Gaio, uno degli iscritti. Dietro il progetto grafico, ce n’è uno molto più ampio e costruttivo: La coordinatrice AIPD Eliana Pin spiega che si risale all’ottobre 2005, quando «quasi per scherzo, abbiamo ideato un progetto condiviso con le cantine Cecchetto, per far provare ai ragazzi la pratica della vendemmia di Raboso; oggi è una realtà regolare e annuale, che regala esperienza sul campo e grande gioia collettiva nel momento della festa di fine raccolto. La vendemmia si è rivelata attività propedeutica ad un inserimento lavorativo e i riscontri sono sempre stati positivi». Una bella lettura di Vinitaly, questa: enologia sociale, non solo vetrina commerciale.
Estetica in primo piano (e non meno notevoli i contenuti) allo stand Astoria, che, accanto alle splendide bottiglie in vetro sfaccettato, tra cui l’edizione rosa per il Giro d’Italia, ha presentato lo Yu Sushi Sparkling, cuvée extra brut di uve Glera, ideale da abbinare al crudo di mare, avvolto in un elegante packaging Japan style: sfondo bianco, attraversato dalla rossa carpa Koi e dall’origami del Fior di Loto (www.astoria.it).
Olio? Menzione per l’azienda agricola “Le Guaite” di Mezzane di sopra (VR), bassa acidità e retrogusto muschiato (www.sisure.it). Nel Salone birre riflettori su Baladin – www.baladin.it – birrificio artigianale piemontese, da cui esce un eccezionale prodotto, creato pensando all’abbinamento con sostanziose pietanze, alla stregua di un vino. Alvise Lunardi, export manager, ha illustrato le tre le proposte bar – white, amber e gold – più una intrigante gamma di alternative – dalle birre speziate alle aromatiche, tra cui quella alla zucca – e le bibite dai selezionati ingredienti, senza coloranti e senza conservanti: Cedrata, Ginger, Spuma nera, Cola e Mela zen, con mela e zenzero. «Abbiamo quattordici pub in Italia e un riad in Marocco, a Essaouira. A New York e Chicago siamo ospitati nei brewpub Birreria di Eataly».
Bella scoperta al salone food: le gustose sfoglie di pane e le sfiziose perle dolci di frolla alle mandorle o con gocce di cioccolato di “Croccainbocca” (www.croccainbocca.it). Di ispirazione familiare (mitiche nonne!), la sottile sfoglia è prodotta con la farina del Pan de Verona, una qualità di grano tenero tipo “0”, studiata con il Consorzio agrario di Padova e Venezia, macinata al molino Veronesi di Lugo di Grezzana con 12 passaggi lenti per salvaguardare le proprietà organolettiche del chicco. Olio extravergine di oliva 100% italiano e ingredienti scelti completano il prodotto, proposto nella versione classica, con semi di sesamo, con semi di papavero e alla ‘Nduja, per un gusto piccante che va oltre il solito peperoncino. Paola Dalla Val e il marito Antonio Salvagno impastano le delizie nel laboratorio di San Giovanni Lupatoto e le loro sfoglie da sette anni accompagnano le degustazioni dei sommeliers al Vinitaly.
Un digestivo? Zanin riempie il bicchierino con il Latte di suocera (www.lattedisuocera.it): «Abbiamo rilevato il nome come marchio alla fine degli anni Settanta, la sua origine è bergamasca – racconta Piero Zanin, quarta generazione della distilleria vicentina – e la storia, autentica, vide l’ideatore, oltre cinquant’anni fa, inventarsi un liquore a 75° da regalare alla suocera, con intenti poco affettuosi, invece la signora non solo non ne risentì, ma lo gradì molto!» www.zanin.it
Appuntamento con la 51ª edizione di Vinitaly dal 9 al 12 aprile 2017.
Alessandra Moro