Inspiegabile agli occhi di un normale e civile cittadino veronese da un lato; prassi quasi quotidiana e componente fondamentale del proprio ‘essere’ dall’altra.
Torna ad alzarsi l’allarme e la preoccupazione di fronte alle cosiddette “baby gang” (senza il “baby” sempre più spesso, considerata l’età degli infami protagonisti) anche nella nostra città. A farne le spese, giovedì nel tardo pomeriggio nella centralissima Piazza Cittadella, un operaio di 62 anni presso un’azienda di trattamento della frutta al Quadrante Europa e residente in quel di Castel d’Azzano.
Dopo aver giocato una schedina del Lotto, la vittima si era trattenuta qualche minuto all’esterno di una delle tabaccherie che si trovano proprio alla fine della piazza; da quella posizione si è praticamente quasi in Brà. La conversazione con un conoscente quando, violenta e inaspettata, arriva la violenza di un gruppo di giovani, con ogni probabilità nordafricani.
“Cos’hai da guardare?!” è l’unico momento verbale della dinamica, urlato contro il signore anziano subito prima d’essere preso a spintoni, calci, pugni e ulteriori insulti.
La violenza non s’è fermata neppure quando il signore è finito a terra.
Nonostante la piazza fosse affollata in quel momento, nessuno se l’è sentita di intervenire. Soltanto, si fa per dire, la chiamata alle Forze dell’Ordine ché, per questioni di tempistiche, non hanno fatto in tempo a raggiungere la zona prima che il branco, composto da 3 giovani e due uomini di mezza età, si dileguasse nel nulla.
Rottura del setto nasale, contusione ed ecchimosi. Questo il “bollettino medico” dell’Ospedale di Borgo Trento che ha accolto il 62enne ancora in stato di shock: “Ho provato a darmi una spiegazione di questa loro incredibile violenza nei miei confronti; hanno deliberatamente sfogato la loro rabbia repressa su di me. Sembravano bestie feroci, ho davvero temuto il peggio“.
Le indagini, secondo gli ultimi aggiornamenti riportati dal quotidiano cittadino L’Arena, starebbero portando dei primi risultati, grazie soprattutto alle immagini delle telecamere di sicurezza della zona e alla collaborazione di cittadini testimoni oculari.
Il cerchio attorno ai responsabili di questo folle gesto si restringe, attendiamo giustizia.