Verona, tra la città celeste e la città terrestre

 
 

Una città ‘sospesa’ tra Cielo e Terra. Così appare Verona nel ‘racconto’ proposto dalla trentina di artisti scaligeri selezionati nell’ambito del concorso ispirato al tema del Festival Biblico 2019 (Polis), a sua volta indetto dalla Diocesi di Verona in collaborazione con l’UCAI VERONA – Unione Cattolica Artisti Italiani e SBAV – Società Belle Arti di Verona.

La collettiva d’arte, intitolata «Verona, tra la città celeste e la città terrestre», sarà ospitata nella chiesa di San Pietro Incarnario, nell’omonima piazzetta a due passi dalla Bra, da domani 26 aprile al 6 maggio, e vedrà esposte diverse interpretazioni della dimensione terrestre di Verona e della dimensione celeste di Gerusalemme.

Per gli artisti, selezionati da una qualificata giuria composta da Patrizia Nuzzo, curatore responsabile della Galleria d’Arte Moderna di Verona, mons. Martino Signoretto, Vicario Episcopale per la Cultura della Diocesi di Verona, Gianni Lollis, presidente Sbav, Roberta Tosi, presidente Ucai Verona,  e premiati soprattutto «per la coerenza con il tema proposto, i valori dell’opera e i contenuti artistici, siano essi figurativi o astratti», sottolinea Lollis, «l’iniziativa è stata certamente un’occasione importante per affrontare un tema di particolare spessore culturale. Al centro delle opere c’è infatti il richiamo costante alla storia antica della Bibbia, così come alla dimensione storica e territoriale di Verona, legata alla sua tradizione in quanto Minor Hierusalem, o piccola Gerusalemme. Sono opere in cui fondamentale non è solo il dialogo tra la nostra città e quella di Gerusalemme, ma anche quello tra il fiume di Verona e i suoi monumenti, che si specchiano sul filo dell’acqua, nel solco di un’antica tradizione che affonda le radici nella civiltà europea e cristiana».

«Non è mai semplice per degli artisti di oggi confrontarsi con temi che, nel corso dei secoli, hanno suscitato emozioni e riflessioni da parte di pittori, scultori, poeti – aggiunge Tosi -eppure l’invito è stato raccolto con entusiasmo, e ciascuno dei partecipanti ha saputo declinarlo secondo la propria sensibilità. L’itinerario espositivo diventa allora un percorso articolato tra pittura, scultura, fotografia, poesia, in cui il tema della polis potrà stupire per le sue innumerevoli espressioni, divenendo così il punto da cui partire e ritornare con uno sguardo del tutto rinnovato».

 
 

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