LETTERE ALLA REDAZIONE
Stucchevoli i commenti dei consiglieri di minoranza del #Farenoiperlitalia…
Prendere a pretesto un gravissimo fatto per cavalcarlo contro la nuova amministrazione e puntare il dito, per accusare di immobilismo chi sta cercando di rimediare ai disastri degli ultimi cinque anni, è un’infamia.
Certamente siamo in campagna elettorale, e certamente ciascuno cerca il maggior ritorno mediatico per poter raccattare qualche voto.
Ricordare le nefaste decisioni di chi si candiderebbe a governare in parlamento è necessario, non fosse altro che per rimettere a punto l’orologio della storia.
Si potrebbe iniziare dal furto dei quadri a Castelvecchio, perpetrato ai danni di tutta la collettività, per pressappochismo di chi avrebbe dovuto proteggerli e non aveva nemmeno speso un euro per un sistema di allarme, per poi continuare con il quasi fallimento della Fondazione Arena, commissariata e falcidiata per gli sprechi e la miope visione di chi la gestiva.
Ulteriore argomento potrebbe essere quello delle spese allegre delle partecipate, che invece di investire proprio per la manutenzione dei sottoservizi, pagavano viaggi e sponsorizzazioni ai soliti noti.
Come dimenticare la vicenda AGEC, con le condanne, così come la vicenda del Vice sindaco Giacino, riapparso in campagna elettorale a fianco del proprio mentore (se non vero il contrario).
Per non parlare della svendita del Catullo, in cui la precedente amministrazione ha appoggiato un’operazione impossibile, sulla quale avete scritto a lungo, restando ora in attesa del pronunciamento di ANAC.
Attività ludico espressiva da tastiera per gli ex assessori è lo scrivere post senza senso.
Attività altrettanto ludico espressiva dei consiglieri di minoranza è quella di abbaiare alla luna, quando splende il sole.
La coerenza appartiene a coloro che il “bene pubblico” lo gestiscono da buoni padri di famiglia.
Appunto la Famiglia, quella naturale, quella che dovrebbe ritornare ad essere il fulcro di ciascuno, mentre chi è passato rovinosamente sulla città negli ultimi dieci anni ne ha annunciate parecchie, senza mai formarne una.
La gestione affaristica e clientelare è stata oggetto di un parere della Commissione Antimafia che ha trattato la Nostra Verona come fosse l’ultimo paesino del crotonese, senza voler mancare di rispetto ai crotonesi, quelli buoni, non quelli infiltrati.
Ora riempirsi la bocca di parole vuote è facile per chi cerca la nuova verginità politica e imbraccia lo scudo (crociato), dopo aver brandito la spada di Giussano ed aver acceso e poi spento un Faro.
Un po’ di umiltà, un po’ di silenzio, un po’ di coerenza e oggi … un po’ di gnocchi.
Chissà che non sia tutto un terribile scherzo di carnevale.
Giandomenico Bocchicchio