La Gazzetta Ufficiale del 17 marzo 1861 pubblica il decreto con cui Vittorio Emanuele II assume il titolo di re d’Italia, facendo di Torino la capitale del regno. In questo 2021 ricorre dunque il 160° anniversario e per ricostruire la storia locale si può fare riferimento ad un progetto di coordinamento tra le principali realtà territoriali veronesi interessate da momenti ed episodi salienti per la storia del Risorgimento, creato in occasione del 150°.
Nel 1796 Napoleone arriva – poco gradito – a Verona con le sue truppe e i successivi saccheggi perpetrati ai danni dei luoghi di culto contribuiscono ad accendere la miccia (pronta) del risentimento popolare: le cosiddette “Pasque veronesi” esplodono il 17 aprile 1797 e si concludono il 25 aprile, spente dai cannoni francesi. Col trattato di Campoformido cambiano le divise, non la sostanza: nel gennaio 1798 entrano in città i soldati asburgici.
Torna alla ribalta Napoleone, il quale, dopo le vittorie a Marengo e Hohenlinden, costringe gli Austriaci alla pace di Lunéville, nel febbraio 1801; è l’Adige il confine tra Repubblica Cisalpina ed Austria, andando sventuratamente a tagliare in due Verona e Legnago. Il 7 aprile 1801 gli
Austriaci entrano in Verona da porta Vescovo, occupando la parte sinistra della città, mentre la destra rimane alla Cisalpina. I decenni seguenti vedono la scomparsa di Napoleone e il rafforzamento del controllo asburgico nel Lombardo-Veneto; il 23 marzo 1848 Carlo Alberto di Savoia dichiara guerra, ma la sconfitta di Custoza fa arretrare i piemontesi fino a Milano. Il gioco delle alleanze si traduce nelle campali battaglie di S. Martino e Solferino, ove gli eserciti franco-piemontesi fronteggiano gli austriaci: l’esito è l’armistizio di Villafranca, 11 luglio, con cui la Lombardia passa al Piemonte.
E’ tempo per Garibaldi: sulla scia delle camicie rosse, l’Italia si fa regno, ma il Veneto rimane fuori da quel proclama del 17 marzo 1861: si deve attendere il 16 ottobre 1866 per veder entrare, sempre da porta Vescovo, i bersaglieri. Il 21 ottobre e 22 ottobre si tiene il plebiscito del Veneto, per accorparsi al Regno d’Italia, sancito da 88.864 voti favorevoli e due contrari, come ricorda la lapide murata nell’ingresso emiciclico di palazzo Barbieri.