Di storia, cultura, tradizioni, identità, valori, sapori, colori, dialetti…ma anche…
Perché no? Una comunità unita (con qualche crepa di troppo) ma inequivocabilmente operosa e dedita all’esercizio di lavoro&sogni, risulta dunque ricca.
Nel senso letterale, per fortuna.
A dirlo non certamente un’improvvisata sviolinàta del qui presente-scrivente, ma la Banca d’Italia, nel consueto rapporto valutativo per il mese di luglio.
Verona, dunque, capolista fra le città più ricche del Veneto, a quota 300 miliardi; un patrimonio suddiviso fra le proprietà (mobili e immobili) dei cittadini veronesi e ben 320.000 euro pro-capite. Una cosa non di poco conto, come purtroppo è doveroso raccontarci troppo spesso, in un anno particolare come questo.
A livello nazionale il primato scaligero è 10° in classifica.
A livello regionale depositi e investimenti rappresentano il 10% dell’intera ricchezza delle famiglie italiane, con più di 140 miliardi su conti correnti bancari/postali/altra forma.
Dicevamo prima dell'”effetto COVID19“: contrazione degli investimenti, certo, ma anche incremento dell’accumulo patrimoniale. Da marzo a fine luglio, recitano i dati, i risparmiatori italiani hanno accantonato quasi 20 miliardi di euro; solo tra Verona e provincia si stima sia stato messo da parte quasi un miliardo in più rispetto alla fine di dicembre.