Verona al 78° posto delle città sostenibili. Ferrari: “Non sono sorpreso”

 
 

In Italia le città con le migliori performance ambientali si concentrano al nord, mentre sud e centro della Penisola faticano a tenere il passo. A restituire una fotografia puntuale è la nuova classifica stilata da Ecosistema Urbano 2024, il rapporto di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia Il Sole 24 Ore – sui 106 capoluoghi di provincia per performance ambientali.

Gli indicatori di Ecosistema Urbano sono 20. Derivano tutti da dati originali raccolti da Legambiente, ad eccezione della disponibilità di verde urbano (dato ISTAT), tasso di motorizzazione e incidenti stradali (dati ACI e ACI-ISTAT), uso efficiente del suolo (elaborato da Legambiente su dati ISPRA). Da quest’anno i dati sulla qualità dell’aria provengono dal Rapporto Mal’Aria che Legambiente realizza a partire dai dati ARPA regionali. L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria complessiva dei 106 capoluoghi esaminati nel report copre sei principali componenti ambientali presenti in città: ariaacquerifiutimobilitàambiente urbanoenergia. Vengono così valutati tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale.

A Verona anche sui dati riferiti al 2023 la situazione resta stazionaria. Seppur non si possa fare un paragone con le vecchie classifiche, poiché i dati di quest’anno sono sensibilmente cambianti nelle modalità di coefficiente di calcolo delle performance, a livello generale i numeri proposti sono ancora lontani gli obiettivi di sostenibilità ambientale e di vivibilità della città.

ARIA 

Vengono presi in considerazione i dati del Biossido di azoto (NO2), del Pm10 e del Pm2,5. Se da un lato migliora a livello generale su tutto il Paese la media dei valori annuali del Biossido di Azoto, dall’altro si ravvisa una tendenza alla stabilità della presenza di Pm10 ( Verona 31, 5 µg/mc media valori nell’anno),  Pm2,5,  (Verona 19, 8 µg/mc media valori nell’anno). Valori alti e pericolosi per la salute pubblica soprattutto se si prendono a confronto le soglie raccomandate dell’OMS che indica per il Pm 2,5 una media di 10  µg/mc e per il Pm10 di 15 µg/mc annua; concentrazione di No2 per Verona di 24,2 µg/( 25 μg/m3, che secondo le linee guida Oms non andrebbe superato nemmeno in una giornata). A livello interregionale importante agire sulle maggiori fonti emissive: Trasporti, riscaldamento domestico, agricoltura e industria. A Verona ancora troppe le deroghe all’ordinanza che, nei giorni di stop alle auto, dovrebbe limitare gli spostamenti.

CONSUMI IDRICI

Il valore medio dei consumi idrici domestici di tutti i capoluoghi è pari a 147 litri al giorno pro capite, in calo rispetto alla passata edizione (era infatti 149 litri al giorno pro capite), a Verona il consumo idrico per abitante è fermo da almeno 3 anni a 162 litri al giorno di acqua potabile consumata per abitante. In attesa di investimenti la rete idrica veronese che non migliora per  dispersione delle acque, con un dato che resta fermo ad un 34,7% con un leggero calo rispetto ai dati del 2022, in linea con la media nazionale.

RIFIUTI URBANI

La produzione di rifiuti rappresenta una delle pressioni ambientali maggiori per le nostre città, e la riduzione della produzione di rifiuto unito ad una alta qualità del riciclo del rifiuto è tra gli obiettivi cruciali individuati da politiche europee e nazionali. 

Il Veneto è però una regione virtuosa, eccezion fatta per la città Verona che vede un aumento della produzione pro-capite di rifiuto urbano, arrivando a 501 kg per abitante, peggiorando di 6 kg il dato ben poco incoraggiante dello scorso anno.

La percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti conferma la crescita registrata a livello nazionale nelle ultime edizioni e si attesta su un valore medio di 64,2%, un punto e mezzo percentuale in più rispetto allo scorso anno e quasi tre rispetto al 2021. L’obiettivo di legge del 65% fissato per il 2012 è stato raggiunto da 62 città, 12 in più rispetto allo scorso anno

Verona per la RD si attesta ad uno scarso 51, 5% peggiore tra le virtuose città del Veneto e in lieve flessione rispetto allo scorso anno e comunque molto distante dagli obiettivi di Regione Veneto di raggiungere l’ambizioso 84% di RD entro il 2030.

Verona con il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti urbani voluto dal Comune punta a raggiungere il 65% entro il prossimo triennio. Un obiettivo che secondo Legambiente sarebbe stato ampiamente migliorabile se si fosse passato ad un sistema di raccolta porta a porta spinto, come per esempio si è fatto a Treviso, ma anche in alcune zone di Padova; con la nuova modalità di raccolta, che vede una raccolta con l’ausilio dei cosiddetti “cassonetti intelligenti”, molta della responsabilità relativa alla qualità della raccolta differenziata sarà demandata alla responsabilità dei cittadini su cui bisognerà agire con attività di informazione e sensibilizzazione.

SISTEMA DELLA MOBILITA’

Gli indicatori relativi al trasporto pubblico sono costruiti suddividendo le città in base al numero di abitanti: il numero viaggi/abitante anno/ per Verona sale a 156 da 128 dell’anno precedente, in continua ripresa quindi la richiesta di utilizzo del mezzo pubblico, dopo la drastica riduzione del 2020.

Tra le grandi città turistiche, Milano continua a mostrare un notevole aumento nel numero di passeggeri per abitante, con 415 passeggeri nel 2023 rispetto ai 357 del 2022 e ai 303 del 2021. Anche Venezia segue una crescita costante, raggiungendo 602 passeggeri per abitante (578 nel 2022 e 472 nel 2021), così come Firenze, che registra 225 passeggeri per abitante nel 2023, rispetto ai 193 del 2022. 

Al numero positivo della domanda di TPL fa eco un meno incoraggiante dato sull’offerta che il Comune di Verona propone attestandosi a 24 vetture/kM/ abitante/ anno, in flessione rispetto agli scorsi anni

Complessivamente nelle altre città, l’offerta di trasporto pubblico è stabile : nelle piccole città è salita leggermente da 20 a 21 vetture-km per abitante, mentre nelle città di medie dimensioni il valore rimane stabile a 27, così come nelle grandi città, che si mantengono a 41 vetture-km per abitante.

Il tasso di motorizzazione auto è in conseguente leggero aumento arrivando a 66 auto ogni 100 abitanti. La conoscenza della consistenza del parco auto è un indicatore di grande aiuto per descrivere la qualità della vita negli ambienti urbani. Il tasso di motorizzazione, infatti, costituisce uno degli elementi maggiormente problematici per le città e distingue sfavorevolmente l’Italia nel panorama mondiale: il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani nel 2023 si conferma a livelli ancora tra i più alti d’Europa, aumentando di poco rispetto ai valori dell’anno precedente: da 66,6 dello scorso anno a 67,7 auto ogni 100 abitanti

Piste ciclabili in ambito urbano

Per costruire un indicatore in grado di valutare l’offerta ciclabile di una città, sono stati considerati i km di piste ciclabili in sede propria, i km di piste ciclabili in corsia riservata, i km di piste su marciapiede, i km di piste promiscue bici/pedoni e le zone con moderazione di velocità a 20 e 30 km/h. Sono inoltre state richieste le piste nel verde (ovvero quei percorsi che non corrono lungo la carreggiata stradale, ad esempio nei parchi o lungo i fiumi) al fine di poter meglio distinguere le piste destinate a un uso urbano e quotidiano da quelle ricreative. Queste informazioni, opportunamente pesate, concorrono a formare l’indice di metri equivalenti di percorsi ciclabili ogni 100 abitanti. L’estensione dei percorsi ciclabili – e più in generale di tutte le misure infrastrutturali a supporto della ciclabilità – fornisce solo una prima indicazione di tipo quantitativo che non può misurare altre caratteristiche come il grado di sicurezza, la funzionalità, la logica dei percorsi o la capillare distribuzione degli stessi all’interno della città. L’indice relativo ai metri equivalenti di percorsi ciclabili non ha pertanto la pretesa di valutare il livello qualitativo della rete, ma cerca di mettere insieme quelle informazioni, oggettive e misurabili, che tutte le pubbliche amministrazioni sono in grado di fornire. Verona vede aumentare leggermente l’offerta attestandosi sugli 11,54 kM equivalenti ogni 100 abitanti, in tendenza con il numero proposto dalla media nazionale.

Reggio Emilia registra il valore più alto con 48,14 m eq/100 abitanti di piste ciclabili. Seguono Cosenza (36,93 m eq/100 abitanti), e Lodi (36,11 m eq /100 abitanti).

Le isole pedonali, ossia la superficie stradale pedonale aumenta di uno 0,3 % ed è sostanzialmente invariata da più di un decennio.

VERDE URBANO

I dati ISTAT relativi alla disponibilità di verde urbano nelle città riguardano il patrimonio di aree verdi disponibile per ciascun cittadino, presente sul territorio comunale e gestito, direttamente o indirettamente, da enti pubblici, prevalentemente destinato alla fruizione diretta. Questo dato comprende il verde storico, i grandi parchi urbani, le aree a verde attrezzato (piccoli parchi e giardini di quartiere), le aree di arredo urbano, i giardini scolastici, gli orti urbani, le aree sportive all’aperto, le aree per la forestazione urbana, le aree boschive, il verde incolto e altre tipologie minori come orti botanici, giardini zoologici e cimiteri. 

Nel 2023 il Comune di Verona si conferma sostanzialmente stazionario a circa 27 mq per abitante, contro una media nazionale di 53 mq per abitante.

Alberi in area urbana

La legge nazionale 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” riconosce l’importante ruolo che il verde, e gli alberi in particolar modo, rivestono nel controllo delle emissioni, nella protezione del suolo, nel miglioramento della qualità dell’aria, del microclima e della vivibilità delle città. La legge considera strategica per qualsiasi amministrazione comunale la conoscenza dettagliata del proprio patrimonio arboreo e prevede che tutti i comuni sopra i 15mila abitanti si dotino di un catasto degli alberi, piantino un nuovo albero per ogni bambino nato o adottato e che gli amministratori producano un bilancio del verde a fine mandato, che dimostri l’impatto dell’amministrazione sul verde pubblico (numero di alberi piantumati e abbattuti, consistenza e stato delle aree verdi, ecc.). 

Vista la difficoltà nel confrontare il totale degli alberi stimati e quelli conteggiati dalle amministrazioni locali, quest’anno è stato scelto di ponderare diversamente i valori dichiarati dai comuni a seconda della tipologia di dato ai fini della classifica finale. In questo modo si è cercato di rendere i valori finali il più possibile omogenei tra di loro riducendo il vantaggio delle città che hanno segnalato dati stimati. 

A Verona gli alberi ogni 100 abitanti aumentano a 27 rispetto ai 25 di due anni fa

COMMENTO DAL CIRCOLO DI VERONA

Le politiche ambientali che vengono espresse con i dati relativi all’anno 2023, anche a questa edizione riportano una città sostanzialmente ferma. La staticità è ben evidenziata dalla linea di tendenza che dal 2007 in poi, per Verona, manifesta un andamento pressoché immobile nella graduatoria di Ecosistema Urbano ”, dichiara Chiara Martinelli presidente di Legambiente Verona. “ Quest’anno i criteri di assegnazione del punteggio sono variati, quindi non è più corretto fare un paragone sulle classifiche degli anni precedenti, ma analizzando punto per punto gli indicatori, si ravvisa un immobilismo costante.” – Martinelli prosegue: “Questa amministrazione è in una fase importante e delicata di progettazione della città dei prossimi anni, si sta discutendo infatti il nuovo Piano di Assetto del Territorio,che disegnerà la città del futuro e che dovrà porre attenzione prioritariamente a limitare il consumo di nuovo suolo, dato su cui il Comune di Verona è tra i peggiori a livello nazionale. Contestualmente dovrà approntare un piano di recupero delle aree degradate che avrà funzione di “riparare” il tessuto urbano, di rigenerarlo, attuando un riequilibrio di aree degradate o compromesse da una crescita urbana incontrollata, soprattutto al fine di far fronte alle conseguenze che i cambiamenti climatici portano. La città del futuro dovrà prevedere aree verdi ampie di cui la cittadinanza possa fruire per migliorare la vivibilità dei quartieri, sia dal punto di vista di mitigazione climatica, che di qualità della vita e del tempo libero. A questo proposito attendiamo notizie sull’iter di costituzione del Parco allo Scalo su cui il dibattito pubblico si è azzerato e su un veloce iter di approvazione del sistema di gestione dei parchi urbani. 

Investire sul trasporto pubblico locale è infine di cruciale importanza. L’amministrazione locale sconta un deficitario investimento di risorse da parte di Regione Veneto, che quest’anno rischia di vedere un taglio di 30milioni di euro sulle risorse statali da destinare al trasporto pubblico locale (taglio che deriva da un sistema che premia chi più investe). In più si aggiunge una difficoltà sempre maggiore nel reperire forza lavoro nel settore dei trasporti. Se per questi ostacoli poco può la sola amministrazione comunale, di contro ad oggi il dibattuto pubblico, per quello che riguarda la mobilità, si è arenato sulla chiusura della ZTL e al piano della sosta (azioni condivisibili in una più ampia progettazione dei trasporti), penalizzando il dibattito sul TPL, la sola soluzione al decongestionamento della città. 

Ci domandiamo per esempio: che progettualità prevede il futuro TPL e come andrà ad integrare la prossima messa in funzione del filobus? Ad oggi l’offerta del mezzo pubblico ha visto tagli alle corse giornaliere e serali, lasciando così al mezzo privato centinaia di cittadini. Si attende una attuazione del già adottato Piano urbano della mobilità sostenibile che punti ad incentivare l’offerta del mezzo pubblico anche andando a ripristinare le vecchie linee della ferrovia che servono periferie e frazioni cittadine. 

Ci auguriamo quanto prima di veder ribaltata la classifica di Ecosistema Urbano vedendo primeggiare una Verona molto più coraggiosa nelle proprie scelte politiche”.

“La 78esima posizione di Verona nella classifica generale, non ci sorprende, purtroppo, soprattutto perchė le criticità emerse – evidenzia l’Assessore all’Ambiente del Comune di Verona, Tommaso Ferrari – confermano la necessità di interventi incisivi su mobilità sostenibile, raccolta differenziata e qualità dell’aria.
Per questo abbiamo avviato importanti iniziative e siamo determinati a proseguire senza indugio con le opere e gli interventi pianificati, che ci permetteranno di colmare le lacune storiche e affrontare le sfide attuali in chiave ambientale.
Con i 25km di nuove piste ciclabili, la creazione di aree pedonali, la realizzazione della filovia e gli interventi di rigenerazione urbana per aumentare la densità del verde pubblico  e il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, stiamo lavorando per migliorare la sostenibilità della nostra città.
La classifica di quest’anno, basata su dati relativi al 2023, quindi raccolti dopo un anno di amministrazione Tommasi, evidenzia una situazione difficile. 
Sono convinto – conclude l’Assessore – che la politica debba essere coraggiosa nell’affrontare i cambiamenti e che, con l’aiuto di tutti i cittadini e delle associazioni del territorio, riusciremo a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati e a fare di Verona una città sempre più sostenibile, migliorando concretamente la qualità e il benessere della vita della popolazione.”