Verona aderisce al manifesto “Salute Mentale Bene in Comune“

 
 

Favorire il benessere mentale, fornendo risorse utili per affrontare e ridurre lo stress quotidiano e migliorare le strategie di adattamento. Ma, anche, combattere lo stigma e l’emarginazione, con iniziative che favoriscano l’inclusione sociale delle persone con disagio mentale. Sono queste alcune delle azioni concrete che possono essere realizzate a livello locale in favore del benessere di cittadini e di cittadine e che sono contenute nel manifesto ‘Salute mentale bene in Comune’ sottoscritto oggi dal sindaco Damiano Tommasi, in occasione della Giornata mondiale della Salute mentale.

Il documento, proposto dalla consigliera delegata al progetto Città Sane-OMS, Annamaria Molino, tramite una mozione approvata all’unanimità lo scorso settembre dal Consiglio comunale, è stato illustrato alla stampa alla presenza della stessa Molino e dell’assessora alla Salute Elisa La Paglia.

Sono intervenuti anche lo psichiatra Corrado Barbui direttore Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Scienze del Movimento dell’Università di Verona, lo psichiatra Giuseppe Imperadore direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ULSS9, lo psichiatra Antonio Lasalvia Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Scienze del Movimento Università di Verona, lo psicologo Michele Orlando in rappresentanza dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto e Coordinatore della Commissione Tutela e del Gruppo di Lavoro Psicologia e Identità LGBT+.

Questa sera, intorno alle 19, la Gran Guardia si illuminerà di verde in occasione della Giornata mondiale della Salute mentale. 

Secondo i dati forniti dall’Oms – Organizzazione mondiale della sanità, i disturbi mentali sono in progressivo aumento e quasi una persona su dieci a livello globale ne soffre. La pandemia Covid-19 ha incrementato questo numero ed è sempre più palese il suo preoccupante impatto diretto sulla salute psicologica della popolazione più giovane.

Un’efficace presa in carico delle persone – spesso anche adolescenti – affette da queste problematiche, al fine di ridurne la sofferenza e preservarne la dignità liberandole dallo stigma e dalle discriminazioni, consente di garantire, oltre al benessere personale, anche quello della collettività.

L’adesione al Manifesto in parola prevede l’impegno da parte dell’Amministrazione comunale a supportare la Rete Italiana Città Sane in un progetto complessivo orientato ad una maggiore salvaguardia della salute mentale mediante l’adozione di valori condivisi.

Il manifesto ‘Salute mentale bene in Comune’ costituisce pertanto il documento strategico che descrive e sancisce nello specifico i principi da mettere a disposizione della comunità per orientare le scelte e le azioni di enti, associazioni, imprese e cittadini su questo delicato tema nei prossimi anni.

“Riflettere, per poi proporre e agire – evidenzia il sindaco Damiano Tommasi illustrando le modalità di azione portate avanti dall’Amministrazione nell’ambito della salute pubblica –, un percorso che non compiamo da soli ma che siamo impegnati a condurre con il supporto delle diverse realtà del territorio, che su questo ambito operano quotidianamente in favore della collettività. Nella mia esperienza sportiva ho sempre vissuto con il detto ‘mens sana in corpore sano’, anche se oggi, al di là di una essenziale e quotidiana attività fisica, vi sia l’urgenza di porre attenzione alla mente e alla sua salute. Il grado di benessere è un aspetto fondamentale di cui si sottovalutano spesso le ripercussioni a livello sociale e privato. Il tema dell’attenzione e della prevenzione diviene quindi prioritario, perché sappiamo che non tutti sono in grado di captare segnali e anomalie, che possono evidenziare problemi ben più grandi, che necessitano di intervento. Le notizie di cronaca nelle nostre città evidenziano purtroppo spesso le difficoltà e i disturbi mentali che si generano all’interno delle mura di casa. Situazioni che rappresentano un indicatore di questo fenomeno e della necessità di porre grande attenzione nei confronti delle famiglie in maniera coordinata”.

“Uno dei temi che incidono di più sulla qualità della vita del malato e della sua famiglia è senza dubbio quello dello ‘stigma sociale’ – sottolinea l’assessora alla Salute Elisa La Paglia – che può condizionare anche sui ritardi nella cura del malato. Fondamentali il valore e la ricchezza che vengono dati dalle tante associazioni che operano in questo ambito, un vero e proprio riferimento nell’affrontare le diverse problematiche legate a questo tema”.

“La Salute mentale bene in Comune, è il manifesto proposto dal Comune di Milano, alla presidenza della Rete città sane dell’OMS, della quale il nostro Comune fa parte, ai Comuni della Rete e non solo – sottolinea la consigliera comunale Annamaria Molino –. Una città sana ha infatti tra i suoi obiettivi la promozione della salute fisica, mentale e sociale, strettamente correlate tra loro.  Si tende in genere a fare più attenzione alla salute fisica, ma la salute mentale rappresenta un pilastro imprescindibile per il benessere di ogni persona, ed è fondamentale anche per lo sviluppo della comunità e dell’economia. Pertanto dobbiamo trasformare i nostri atteggiamenti, le nostre azioni e i nostri approcci per promuoverla e proteggerla e per prenderci cura di coloro che ne hanno bisogno”. 

Psichiatra Corrado Barbui:  “Secondo i dati OMS, a livello globale circa una persona ogni 8 ha riportato almeno un episodio di disturbo mentale durante il corso della vita. In Italia le patologie più frequenti sono ansia e depressione, che riguardano circa il 5-7% della popolazione. I problemi di salute mentale sono in aumento, soprattutto tra i giovani adulti e gli anziani. L’impatto del COVID-19, tra isolamento sociale, incertezza economica e lutti, ha esacerbato la salute mentale di molti, creando una “pandemia nella pandemia” in termini di sofferenza psichica”.

Psichiatra Giuseppe Imperatore: “All’interno del nostro Servizio Sanitario l’assistenza psichiatrica è garantita dalla presenza su specifici territori di servizi di continuità ospedale/territorio coordinati dal Dipartimento di Salute Mentale. Compito di tali servizi è quello di erogare prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione sia in ambito ospedaliero sia extra ospedaliero. Per svolgere tale attività assistenziale i servizi si dotano di équipe multiprofessionali in cui sia presente sia personale sanitario sia personale sociale”.

Psichiatria Antonio Lasalvia:  “I servizi di salute mentale, come indicato nel rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità 2023 dovrebbero promuovere attivamente il protagonismo degli utenti, incoraggiando la co-gestione e la co-progettazione di interventi e attività assieme a essi (pazienti e familiari). Sarebbe auspicabile, ad esempio, prevedere – come già avviene in molte esperienze di altre regioni – l’affidamento di compiti di orientamento e accoglienza all’interno dei servizi a utenti o ex utenti esperti, nonché la presenza di persone che abbiano vissuto direttamente l’esperienza della sofferenza mentale, sia come pazienti che come familiari, nelle diverse articolazioni dei servizi, inclusi i reparti di degenza”.

Quali sono le azioni di prevenzione e promozione che un Comune può e deve mettere in atto? Le azioni sono molte, osserva la consigliera comunale Annamaria Molino facendo riferimento al manifesto, e possono essere riassunte nei seguenti punti:

Favorire il benessere mentale, fornendo risorse utili per affrontare e ridurre lo stress quotidiano e migliorare le strategie di adattamento.

Contrastare la povertà vitale, intesa come uno stato di privazione non solo materiale ma anche relazionale, affettiva, valoriale e spirituale, questa è fonte di disuguaglianza sociale e come tale impatta profondamente anche sulla salute mentale. 

Migliorare il rapporto ambiente-individuo, creando luoghi urbani che non siano fonte di stress ma sostengano il benessere fisico e mentale.

Combattere lo stigma e l’emarginazione, con iniziative che favoriscano l’inclusione sociale delle persone con disagio mentale, creando un clima di accettazione e supporto all’interno della comunità.

Promuovere la salute mentale delle donne, con interventi che tengano conto delle diverse sfide sociali, economiche e culturali che le donne devono affrontare oggi.

Investire sull’età evolutiva, perché fattori sociali, economici e ambientali contribuiscono a generare stress e instabilità nelle giovani generazioni con ripercussioni attuali e future.

Considerare le diversità culturali: la promozione della salute mentale deve sempre considerare le diverse culture presenti sul territorio. 

Sviluppare azioni condivise con servizio sanitario nazionale, terzo settore, associazioni di utenti e di familiari per sostenere servizi e attività che consentano alle persone con disagio mentale di accedere a una vita attiva in tutti i suoi aspetti.