Il primo trapianto di fegato a Borgo Roma è stato fatto il 21 dicembre 2002, in sala operatoria c’era il dottor Matteo Donataccio. Giuliana Alberti è stata uno dei primi pazienti trapiantati e oggi in Gran Guardia ha portato la sua testimonianza, insieme a Luigino Mariotto, che è stato operato lo scorso 25 febbraio. Si festeggiano quest’anno i vent’anni da quella operazione e l’Unità dipartimentale Trapianti epatici, diretta oggi dal dottor Amedeo Carraro, ha organizzato l’evento celebrativo insieme all’associazione Trapiantati di fegato Verona, Odv.
In vent’anni c’è stata una crescita continua di attività, sia clinica sia di ricerca. I numeri degli interventi sono raddoppiati, arrivando alla media di 60 l’anno. Il trend continua la sua progressiva crescita visto che nei primi 5 mesi del 2023 sono già stati fatti 26 trapianti di cui 4 solo nell’ultima settimana. Il reparto di Aoui Verona ha nella sua storia anche altri traguardi, come il primo intervento nel Triveneto combinato cuore-fegato nel 2015 fatto dal dottor Umberto Tedeschi, ma anche le operazioni senza sangue (senza emotrasfusioni) di cui hanno beneficiato 6 testimoni di Geova.
Tutto questo non sarebbe possibile se non ci fossero i donatori, una cultura in crescita nel Veneto dal 2016 e che colloca la nostra regione al primo posto in Italia per numero di donazioni rispetto al numero degli abitanti, al secondo/terzo posto in termini assoluti. Per quanto riguarda il fegato sono state 163 nel 2022, erano 137 nel 2021 e 134 nel 2020. Anche le liste d’attesa mostrano segnali di miglioramento: al 31 dicembre 2022 erano 1479 i pazienti totali in attesa di un organo, erano 189 i pazienti che aspettavano il trapianto di fegato ma erano 195 nel 2021.
All’incontro in Gran Guardia sono intervenuti: dott. Giuseppe Feltrin direttore del Centro Regionale Trapianti della Regione Veneto, dr.ssa Marilena Casertelli Liviero del coordinamento Trapianti Aoui-Verona, il dott. Amedeo Carraro responsabile del Centro Trapianti di Fegato Aoui-Verona, Gianfranco Guadin presidente dell’associazione Trapiantati.
Sono intervenuti anche il dottor Michele Romano (direttore generale dell’Azienda ospedaliera che ottenne l’autorizzazione ministeriale per i trapianti) e i medici che hanno dato vita al Centro: prof Claudio Cordiano, prof Alfredo Guglielmi, dottor Umberto Tedeschi e il dottor Umberto Montin (oggi all’ospedale di Feltre).
Dott Carraro, responsabile del Centro Trapianti di Fegato: “Il Centro trapianti di Verona ha all’attivo oltre 600 trapianti, attualmente sono circa 60 trapianti all’anno. Quest’anno abbiamo fatto finora 26 trapianti di cui 4 solo nell’ultima settimana. Le donazioni in continua crescita di anno in anno ci permettono di effettuarne sempre di più. Il Veneto è tra le regioni più virtuose grazie alla sensibilizzazione e alla cultura della donazione, ma il numero non è mai sufficiente anche se il trend ci fa ben sperare per il futuro. L’esigenza dei pazienti in lista è ancora molto altaperché stanno aumentando le richieste di trapianto del paziente oncologico. A Verona per rispondere al meglio siamo allineati con il Centro Trapianti Nazionale e ci è stato approvato il programma di trapianto per metastasi epatiche da cancro al colon retto, quindi siamo all’ultima frontiera per quanto riguarda i trapianti epatici. Questo a dimostrazione che c’è un’equipe affiatata e un’organizzazione efficiente che ci permette di agire tempestivamente”.
Dott.ssa Casartelli Liviero del coordinamento Trapianti: “La rete trapianti di Verona è molto attiva perché si basa su una sensibilità culturale consolidata nel tempo, sia da parte dei medici sia come lavoro di sensibilizzazione della popolazione. La cultura della donazione parte dal concetto di generosità ma poi si realizza attraverso l’impegno ad informare correttamente le persone su un tema che non è facile. La serietà del lavoro, anche in supporto alle famiglie in un momento tanto delicato, si riscontra nell’aumento di donazioni che si registrano nel nostro ospedale”.
Valter Vallani, vicepresidente associazione Trapiantati: “La nostra associazione nasce, grazie anche alla volontà del dottor Donataccio, per dare un supporto ai trapiantandi e ai neo trapiantati di Verona ma anche a tutti quelli che vengono da fuori. La scelta di fare questo convegno rientra tra le attività dell’associazione che mira anche a fare divulgazione e informazione. Negli ultimi tre anni, a causa della pandemia, non siamo riusciti a mantenere un contatto diretto con gli ultimi trapiantati. Questo convegno rappresenta un’ottima occasione per riunirci tutti e riprendere da dove avevamo lasciato. Vogliamo festeggiare con il Centro Trapianti dell’AOUI di Verona e con i suoi professionisti questo traguardo: vent’anni di collaborazione e di aiuto reciproco”.