Riceviamo e pubblichiamo la nota di Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune.
“Confidando che vengano presto ignorate le grida e gli strepiti di Tosi e Caleffi, nostalgici dei tempi in cui l’urbanistica si riduceva a cementificare ogni angolo della città libero da costruzioni, la rimodulazione della Variante 23 sta per entrare nel vivo incontrando i primi ostacoli. I legali degli esclusi, infatti, cominciano a ventilare azioni legali ai danni del Comune e forse anche dei consiglieri comunali. Quelli di Leardini, per esempio, hanno fatto recapitare a tutti i componenti della Commissione consiliare Quarta una lettera in cui, facendosi forza, tra le altre cose, dell’onnipresente, dannosissimo e famigerato emendamento 5 Stelle alle norme tecniche del Piano degli Interventi, ventilano “danni ingentissimi” a carico “dei soggetti attuatori” qualora non venisse “rivalutata” la scheda norma 131, cioè San Rocchetto.
Ritornano dunque le pressioni sui consiglieri comunali, chiamati a decidere per il bene della città e dei quartieri, da parte di quanti presumono di avere dei diritti acquisiti sulla città stessa. Chiederò pertanto che la questione venga approfondita in una prossima commissione consiliare che l’amministrazione mi auguro avrà il buon senso di convocare in tempi brevi.
Nella stessa seduta chiederò di trattare anche la questione della Valutazione ambientale strategica (Vas): secondo gli uffici e l’amministrazione non sarebbe necessaria in relazione alla Variante 23. Di tutt’altro avviso era Arpav il 16 marzo 2017 quando disse che “l’attuazione del Piano produrrà effetti significativi sull’ambiente, soprattutto per la realizzazione delle nuove strutture di vendita, sia medie che grandi che, costituendo importanti attrattori di traffico, produrranno incrementi sia dell’inquinamento da rumore sia delle emissioni in atmosfera”. Questa rimodulazione riduce le superfici medie e grandi ma non le elimina”.