Nuova sinergia tra l’università di Verona e la società calcistica Hellas Verona per la sicurezza negli stadi. Il protocollo di intesa siglato dal dipartimento di Scienze giuridiche dell’ateneo e dalla Società calcistica è stato presentato questa mattina, nella sala Barbieri di Palazzo Giuliari dal magnifico rettore Pier Francesco Nocini, dal presidente di Hellas Verona Maurizio Setti, dal questore Rosaria Amato e dal consigliere comunale Francesco Fasoli.
L’accordo mira a promuovere, definire e organizzare attività didattiche e di ricerca nell’ambito della sicurezza negli stadi, con particolare attenzione alle esigenze formative degli addetti alla sicurezza all’interno dello stadio che coinvolgano anche i rapporti con tutti gli attori impegnati nella sicurezza durante gli eventi sportivi. La gestione, il coordinamento e il monitoraggio delle attività previste nel protocollo saranno coordinate da Roberto Flor, docente di Diritto penale, e da Andrea Poncato, security manager di Hellas Verona.
Primo atto concreto del nuovo accordo l’attivazione del corso “Diritto della sicurezza negli stadi. Ruolo, compiti e responsabilità degli addetti alla sicurezza nella gestione delle manifestazioni sportive”che si prefigge di analizzare la sfera della gestione organizzativa dei rapporti e dei conflitti che possono emergere nel corso di manifestazioni sportive calcistiche, che sollevano diverse questioni di diritto. L’obiettivo è quello di fornire agli studenti conoscenze giuridiche di base professionalizzanti, considerando la complessità della gestione della sicurezza negli stadi, che coinvolge forze di polizia, istituzioni pubbliche e società private. Il percorso formativo è caratterizzato da un approccio metodologico non solo teorico ma anche pratico (tramite case studies). Il percorso formativo offre la possibilità di svolgere uno stage formativo nell’ambito del personale di sicurezza durante le partite del campionato di calcio di serie A e di coppa che si svolgeranno nello Stadio Bentegodi di Verona. La frequenza e il superamento del test finale costituiranno titolo preferenziale per la valutazione delle candidature di studentesse e studenti interessati a svolgere l’esperienza di stage in Hellas Verona.
“Questa nuova collaborazione – ha spiegato il rettore Nocini – nasce dalla necessità di ampliare la platea degli attori coinvolti nella gestione della sicurezza negli stadi. Un’attività complessa che coinvolge non solo le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e il personale sanitario, ma anche una media di 280 addetti alla sicurezza che Hellas Verona assume per ciascuna partita. Questa iniziativa, avviata in sinergia con la questura e realizzata grazie alla collaborazione del questore Amato, ha visto la sua prima concreta attività nella realizzazione del corso “Diritto della sicurezza negli stadi”, un percorso di formazione dedicato allo sviluppo delle competenze trasversali delle nostre studentesse e dei nostri studenti. La prima edizione del corso, che si conclusa il 16 dicembre scorso, ha visto la partecipazione di ben 613 ragazze e ragazzi provenienti da diversi ambiti di studio. Questa adesione così importante, ci dice che le nostre giovani e i nostri giovani vogliono avvicinarsi a nuove professionalità di cui anche il mondo del lavoro ha bisogno. Una necessità che anche in questo caso abbiamo saputo cogliere”.
“Come società siamo onorati di essere qui oggi – ha aggiunto il presidente Setti – Personalmente io sono un estimatore dei giovani in generale; nel nostro ambito ci impegniamo sempre per dar loro la possibilità di giocare e crescere, ritengo il vivaio una delle cose più importanti. Ringrazio il nostro security manager, Andrea Poncato, per la realizzazione di questo progetto in collaborazione con l’università di Verona. Ritengo importante il fatto di provare a costruire un percorso che possa formare nuovi steward provenienti dal territorio, ma credo possa essere un fattore importante in generale per una città come Verona, che durante l’anno vede la realizzazione sul suo territorio di molti eventi di vario genere e importanti competizioni. Siamo i primi in Italia nel calcio a portare avanti una collaborazione del genere e ne siamo onorati; il nostro intento è quello di continuare sicuramente in questo senso. Coinvolgere giovani ragazzi e ragazze, aiutarli a comprendere cosa significhi il mondo del lavoro, accompagnarli nel costruire un percorso lavorativo mentre si studia, imparare a conoscere situazioni diverse gli sarà sicuramente utile. Solitamente, quando si assumono nuove leve nelle aziende, il periodo di ambientamento non è mai semplice, perché non si conoscono le dinamiche lavorative. Inoltre, penso che questo progetto riguardi una necessità: esiste un problema legato al mondo degli steward, e se con questo progetto riusciremo a risolverlo credo che tutta la città potrà beneficiarne. Ci tengo nuovamente a ringraziare l’università per la collaborazione, sono molto contento di questa iniziativa. Come Hellas Verona siamo sempre a disposizione per questo tipo di attività”.
“In questa iniziativa – ha aggiunto il questore Amato – siete assolutamente pionieri. Attualmente la formazione degli steward viene fatta, ci sono società calcistiche che si occupano di ciò, tuttavia è un valore aggiunto se questa attività avviene nell’ambiente universitario, dove si intercettano giovani disponibili ad avvicinarsi a questo mondo. Quello dello steward è un percorso che permette anche una carriera e la sua progressione potendosi avvicinare anche a posizioni di management della sicurezza all’interno del mondo calcistico. Il protocollo dà un senso al concetto di sicurezza integrata, lo steward è una professione che si sviluppa e si integra con la nostra”.
“Oggi sono presenti allo stesso tavolo la Questura, l’università, la società calcistica Hellas Verona e il Comune di Verona – ha concluso il consigliere Fasoli – ed è il simbolo della connessione che la città vuole dare tra le varie realtà. Un intreccio fondamentale e indispensabile, soprattutto quando si sta parlando di giovani. L’università riesce ad intercettare anche i bacini di utenti che purtroppo vivono in situazioni di disagio, in modo che vengano coinvolti in qualcosa che a loro interessa come per esempio lo sport ed inseriti in un programma che potrebbe diventare un lavoro vero e proprio, e soprattutto regolamentato. Il bene, va fatto bene e questo protocollo orienta azioni in tal senso.”