Un’équipe dell’Università di Verona – Dipartimento di Culture e Civiltà, sotto la direzione di Patrizia Basso in collaborazione con Diana Dobreva, ha da pochi giorni concluso una nuova campagna di scavo nell’area del Fondo ex Pasqualis, posta all’estremità sud-orientale di Aquileia. I lavori sono condotti su concessione ministeriale, in accordo con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Friuli Venezia Giuliae sulla base dell’accordo di collaborazione scientifica e finanziaria con la Fondazione Aquileia, che fin dal 2018 sostiene generosamente i lavori.
Le indagini si sono protratte per tre mesi e hanno coinvolto una ventina di studenti, dottorandi e giovani dottori di ricerca dell’ateneo veronese, permettendo così di investigare più di 700 mq di terreno mai scavato in precedenza e di ottenere nuovi importanti dati per la storia del sito e dell’intera città.
Di particolare interesse e novità per la storia degli studi dell’areale è la complessa stratificazione emersa nel terreno con la campagna 2024. Quest’anno lo scavo ha in effetti raggiunto i più antichi livelli pavimentali finora evidenziati nel terreno e in particolare un solido battuto databile al I sec. d.C. e correlabile a poderosi pilastri. Si tratta di strutture il cui significato funzionale andrà definito con il prosieguo della ricerca, ma che risultano in fase con la prima banchina di sponda settentrionale di un fiume Natissa ben più ampio dell’attuale, messa in luce già in passato nel terreno di indagine.
A queste fasi di frequentazione dell’area precedenti al mercato tardoantico, va attribuito anche l’allineamento di anfore poste in posizione verticale e segate all’altezza della spalla che era già cominciato a emergere nel 2023 e che quest’anno è arrivato a contare 23 esemplari.
Per quanto concerne il grande complesso mercantile, nel corso dei lavori 2024 è venuto alla luce un quinto lastricato, ubicato a ovest degli altri. Nel settore per ora emerso, esso appare molto lacunoso, probabilmente a causa dei lavori agricoli che si sono succeduti in area nei secoli. Il suo rinvenimento, tuttavia, è di grande interesse e conferma ulteriormente la monumentalità e l’ampiezza del grande mercato. La rilettura degli scavi pregressi condotti nel terreno sembra, inoltre, far pensare all’esistenza di un sesto edificio pertinente al complesso, il cui lastricato sarebbe emerso negli anni Ottanta del Novecento nel corso di scavi realizzati in corrispondenza dell’ex edificio Pasqualis, ora sede della Fondazione Aquileia. Questi dati confermano con forza la straordinaria rilevanza storica di tale ampio e articolato complesso che, almeno allo stato attuale delle conoscenze, non ha confronti nell’Impero, attestando la grande vitalità come centro di scambi e commerci dell’Aquileia di IV e V secolo d.C.
Un altro dato di interesse della campagna 2024 relativamente al mercato è la messa in luce di un ulteriore, lungo tratto di strada acciottolata, già individuata nel 2023 fra due dei suoi sei edifici: staccandosi dal decumano posto a nord del complesso, essa permetteva il passaggio dei numerosi avventori che quotidianamente popolavano questi spazi e dei carri per il trasporto delle merci, come confermano anche i solchi lasciati dalle ruote sul suo piano di calpestio.
Gli scavi 2024 hanno, inoltre, evidenziato un settore del crollo del portico occidentale di uno degli edifici del mercato, permettendo il recupero di altre numerose cariossidi di cereali combuste, oltre a quelle già raccolte negli scorsi anni di indagine: si tratta di dati di grande interesse anche per studiare l’alimentazione del tempo. Infine, va citato il rinvenimento di alcune strutture di età altomedievale che attestano la frequentazione dell’area dopo l’abbandono del mercato: si tratta dei resti di due piccole strutture abitative, dotate di focolari, con muri realizzati reimpiegando nelle fondazioni elementi costruttivi del mercato e alzati lignei.
Durante i mesi di lavoro, lo scavo è sempre rimasto aperto al pubblico, che ogni giorno è stato coinvolto in visite guidate da parte degli studenti veronesi. Di particolare interesse fra le attività di comunicazione e racconto dei dati raccolti, vanno menzionati i due open day organizzati il 15 giugno e il 28 settembre dalla Fondazione Aquileia, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Friuli Venezia-Giulia, il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e altri enti che lavorano per la valorizzazione della città.
Il Presidente di Fondazione Aquileia, Roberto Corciulo, e il Direttore, Cristiano Tiussi: “Le indagini nel fondo Pasqualis, proprio alle spalle della sede della Fondazione, rivestono un carattere particolare, perché si svolgono in un’area sempre aperta al pubblico, che può quindi seguire e apprezzare giorno dopo giorno le nuove scoperte. La convenzione di collaborazione scientifica e finanziaria con l’Università di Verona e quelle con le altre Università che scavano ad Aquileia hanno per la Fondazione un’importanza strategica, non solo perché contribuiscono alla formazione dei futuri archeologi, ma anche perché l’allargamento significativo delle zone scavate e i nuovi elementi di conoscenza che sempre emergono dalla ricerca sono indispensabili alla nostra attività di valorizzazione delle aree archeologiche aquileiesi, indirizzata alla costituzione del Parco Archeologico”.