Chi vince e chi perde
“A distanza di giorni, non ho ricevuto alcuna scusa da parte di docenti o del Rettore. Io non voglio essere parte di un’università “politica” e politicizzata.
Posso iscrivermi in una facoltà dove mi considerano “peggio di Forza Nuova”? Mi vogliono sottomesso alla loro logica di una cultura sinistroide?
No, resto e voglio restare un Uomo libero.
Mi iscriverò solo alle dimissioni del “politico” docente”
Se, a tutto questo, volessimo aggiungere un rapido momento di riflessione che ci porti a considerare l’inadeguatezza di eventi del genere all’interno dell’anno domini 2018…mah.
L’inizio e la fine di una carriera accademica. L’inizio e la fine delle polemiche.
La fine (?) del prestigio, autorevolezza e grande lustro di cui il mondo universitario veronese poteva contare agli occhi di tutta la nazione e non solo…
Le sopra-riportate righe, raccolte in esclusiva per VeronaNews, raccontano l’Andrea Bacciga, già avvocato, in questa sede in veste da “semplice” studente, che decide di non proseguire il proprio percorso di studi. Un cammino che, come vi abbiamo documentato nei giorni scorsi, presentava nell’immediato orizzonte una difficoltà anomala. Forse, accademicamente “mortale”.
Se volessimo utilizzare (sfiorandone l’abuso) una metafora ormai secolarizzata, dando impressione che il sottoscritto abbia ancora cognizione dei propri studi liceali, siamo nei Promessi Sposi.
Siamo con il curato, don Abbondio, che scorge da lontano i due bravi.
Voglio (assieme alla famosa “Erba voglio” che non si degna di crescere nel giardino del Re Romagnani) raccogliere i commenti di tutti i nostri lettori su questa vicenda, nel loro massimo grado di libertà espositiva e di opinione.