Undiscovered Music Festival, concerti di musica da camera vocale e strumentale del XIX secolo

 
 

Da sabato 26 ottobre a giovedì 28 novembre a Palazzo dei Mutilati è in programma un nuovo festival di musica d’arte che propone, proposto dall’associazione Harmony Hub con cinque appuntamenti strutturati in concerti con repertori tratti dalla musica da camera vocale e strumentale del XIX secolo. Saranno inoltre organizzati un recital pianistico e una lezione concerto, con l’obiettivo di evidenziare il carattere innovativo del festival.

La multidisciplinarietà dell’evento si compone di altri due inserti artistici, quello dell’artista illustratore Filippo Frizza che ispirandosi ad i programmi musicali ha per ognuno di essi disegnato delle illustrazioni che saranno poste come copertina di ogni programma di sala. Poi lo stilista veronese Enrico Tommasi realizzerà degli abiti per alcuni artisti del festival.

Il Festival è stato presentato questa mattina dal consigliere comunale Pietro Giovanni Tricanato insieme al presidente e direttore artistico dell’associazione Harmony Hub Mattia Marsala, alla direttrice di Opera Life Alessandra Gambino e all’artista Filippo Frizza.

“Un nuovo Festival frutto della creatività e dell’impegno di realtà giovanili del nostro territorio – ha evidenziato il consigliere Pietro Trincanato –, a dimostrazione che a Verona la cultura musicale e artistica in generale non è solo una questione legata ad eventi storicizzati ma ad un fermento culturale che può e deve essere generatore di nuove idee e progetti. L’Amministrazione si è quindi impegnata nel supportare questo Festival, che speriamo possa essere apprezzata e riproposta per tanti anni”.

“Siamo un’associazione culturale composta di professionisti under 30 presenti sul territorio veronese – ha spiegato Mattia Marsala – impegnati a promuovere lo sviluppo professionale e artistico di giovani talenti italiani e internazionali, emergenti nel panorama musicale. Attraverso iniziative culturali che abbracciano varie forme artistiche, con particolare attenzione alla musica d’arte, sosteniamo la crescita di questi artisti e la diffusione della musica nelle nuove generazioni”.

Programma del Festival
THE WANDERER
Sabato 26 Ottobre – ore 20.45

Un viaggio nell’universo musicale del XIX secolo, mettendo a confronto due figure emblematiche: Franz Schubert e Richard Wagner. Pur essendo attivi in periodi diversi, entrambi hanno avuto un ruolo cruciale nella trasformazione della musica, segnando un salto di paradigma che ha permesso l’avanzamento delle forme e degli stili musicali.

Franz Schubert, spesso riconosciuto come il “padre” del Lied, ha composto oltre cinquecento opere di questo genere, elevando la canzone popolare tedesca a un livello di rafinatezza cameristica. Il concerto si apre con Gretchen am Spinnrade, composto nel 1814 e ispirato al Faust di Goethe. Qui, Margherita, intenta a filare la lana con un arcolaio, riflette sulle promesse di Faust. Schubert dimostra un’abilità straordinaria nel riprodurre il movimento dell’arcolaio attraverso l’accompagnamento pianistico, con sestine di semicrome che evocano il suono e il ritmo meccanico dello strumento.

Proseguiremo con Winterreise (Viaggio d’Inverno), di cui presenteremo i primi sette lieder. Questo ciclo di ventiquattro lieder, scritto su testi di Wilhelm Müller, è considerato l’apice della produzione musicale di Schubert e un capolavoro della musica romantica. Attraverso il viaggio del Wanderer, il viaggiatore errante, Schubert esplora temi di amore non corrisposto e ricerca di senso esistenziale, immerso in una natura che può apparire sia sublime che matrigna.
Dopo Schubert, ci immergeremo nel mondo di Richard Wagner, famoso per la sua innovativa produzione operistica, ma con una produzione di lieder degna di nota, sebbene quantitativamente minore. Tra queste opere troviamo i Wesendonck-Lieder, un ciclo di cinque lieder composti tra il 1857 e il 1858 e dedicati alla poetessa Mathilde Wesendonck. Queste composizioni non devono essere considerate opere minori, ma piuttosto come un’estensione della sua visione poetica e musicale.

I cinque lieder – Der Engel, Stehe still!, Im Treibhaus, Schmerzen, e Träume – presentano temi che anticipano le idee musicali di Tristano e Isotta, in particolare nei terzi e quinti lieder, che Wagner stesso definì “studi” per il suo futuro capolavoro. La scrittura musicale di Wagner, intrisa di profondità emotiva e complessità armonica, mostra come le sue intuizioni nella musica da camera si leghino a quelle dell’opera, creando un legame indissolubile tra le due forme.
In conclusione, questa serata ci invita a scoprire e apprezzare come Schubert e Wagner, attraverso la loro musica, abbiano trasformato il panorama musicale del XIX secolo, creando opere che continuano a risuonare e a ispirare generazioni di ascoltatori e musicisti.
ARTISTI: Benedetta Marchesi, mezzosoprano; Niccolò Morello, pianoforte.

ARTE E LETTERATURA IN MUSICA
Giovedì 7 Novembre – ore 20.45

Il titolo della lezione-concerto “Arte e Letteratura in Musica”, sintetizza perfettamente il programma proposto, evidenziando l’interazione tra queste forme artistiche: l’arte, la letteratura e la musica. Questa serata è dedicata a Franz Liszt, il celebre compositore ungherese, noto per aver innovato il genere del “Poema Sinfonico”, una forma musicale che descrive luoghi, eventi e emozioni.

La musica a programma, di cui Liszt è un pioniere, si differenzia dalla musica assoluta per il suo intento narrativo. In questo contesto si inserisce la raccolta Années de pèlerinage, che comprende tre suite per pianoforte, composte tra gli anni ’40 e ’80 dell’Ottocento.

Le opere in programma questa sera appartengono alla Deuxième année: Italie.
Il primo brano, Sposalizio, trae ispirazione dal dipinto Lo sposalizio della Vergine di Raffaello, conservato alla Pinacoteca di Brera. Liszt, durante il suo viaggio in Italia nel 1837, visse un’esperienza trasformativa, che lo portò a esplorare il patrimonio artistico e culturale del Paese. La composizione si apre in do diesis minore, caratterizzata da un timbro armonioso e sacro, che riflette le sensazioni suscitate dall’ammirazione del dipinto.

La seconda composizione è il Sonetto 104 di Petrarca. Liszt traduce le emozioni del testo poetico attraverso il pianoforte, creando un’opera di grande intensità emotiva. La musica alterna momenti drammatici a passaggi delicati, esprimendo il conflitto centrale del sonetto. La scrittura virtuosistica rende il brano una vera sfida per i pianisti.
Infine, Après une lecture de Dante: Fantasia Quasi Sonata esplora l’universo dantesco. Ispirato dalla poesia di Victor Hugo, Liszt suddivide la composizione in due parti: la prima rappresenta l’Inferno, con un linguaggio musicale intenso e vorticoso, mentre la seconda evoca la beatitudine del Paradiso, attraverso una scrittura ieratica e sacra.

Questa serata non solo celebra Liszt come compositore, ma invita anche a riflettere sul profondo legame tra le arti , una sinfonia di emozioni e culture che trascende il tempo.

ARTISTI: Eugenio Poli relatore; Giulia IIjima, pianoforte.

SPRING AND REMINESCENCES
Giovedì 14 Novembre – ore 20.45

I due Sestetti per archi di Johannes Brahms, l’op. 18 n° 1 in Si bemolle maggiore e l’op. 36 n° 2 in Sol maggiore, rappresentano un importante contributo al repertorio cameristico. In particolare, il Sestetto op. 18 n° 1 segna un passo significativo nel percorso artistico di Brahms, dimostrando una crescente maturità compositiva. Composto nel 1860, il lavoro rivela una struttura che anticipa le dimensioni sinfoniche, dove armonia e forma raggiungono un equilibrio raro per l’epoca.

La prima esecuzione del Sestetto, organizzata dal violinista Joseph Joachim, avvenne a Hannover e fu accolta con entusiasmo, sottolineando la qualità sonora e tecnica dei sei strumenti ad arco. Il primo movimento, Allegro ma non troppo, presenta una scrittura ricca di melodie e contrappunto, mentre l’Andante ma moderato offre sei variazioni su un tema barocco. Il Scherzo, allegro e danzante, mostra un vivace spirito, e il Finale, un Rondò grazioso, si chiude con una frenesia giovanile e festosa.

Dall’altra parte, il Sestetto op. 70 in re minore di P. Cajkovskij, noto come Souvenir de Florence, è un’opera di grande bellezza melodica. Composto tra il 1887 e il 1890, questo sestetto è un tributo alla città di Firenze, dove il compositore trascorse momenti significativi. Il primo movimento, Allegro con spirito, inizia con un tema energico, seguito da un’armonia melodica più distesa. L’Adagio cantabile presenta un motivo malinconico, mentre l’Allegretto moderato introduce una danza piacevole. Infine, il Quarto Tempo, Allegro con brio, culmina in una fuga vivace, riflettendo l’estro folkloristico che permea l’intera composizione.

Entrambi i sestetti rivelano l’incredibile capacità dei compositori di fondere la tradizione con l’innovazione, creando opere che risuonano con freschezza e profondità.

ARTISTI: Miranda Mannucci violino 1, Amos Bono violino 2, Ilaria Artmanti viola 1 Tessa Rippo viola 2, Andrea Rigano violoncello, Edoardo Dolci contrabbasso.

THE GOLDEN AGE

Il fatto che Ludwig van Beethoven (1770 – 1827) abbia scritto musica per mandolino può sorprendere, soprattutto considerando la sua immagine iconica. Tuttavia, molti musicisti del suo tempo componevano opere su commissione per nobili e mecenati, come nel caso dei brani per mandolino scritti per la contessina Giuseppina Clary, per la quale Beethoven compose anche l’aria «Ah perfido!» (op. 65). I tre pezzi che ascolteremo, scritti nel 1796, sono un omaggio al suo soggiorno a Praga e riflettono l’abilità di Beethoven nel mescolare diverse influenze musicali. La Sonatina in Do Maggiore è un rondò energico, l’Adagio ma non troppo in Mi bemolle maggiore è sognante e lirico, mentre l’Andante con Variazioni in Re maggiore presenta s1de tecniche notevoli per i musicisti.

Passando a Niccolò Paganini (1782 – 1840), il virtuosismo del genovese ha creato un mito intorno alla 1gura del violinista. Tuttavia, Paganini era anche un abile chitarrista e compose per questo strumento con la stessa brillantezza. I suoi brani per chitarra, come la breve Sonata in programma, si ispirano alla cantabilità dell’opera dell’epoca, riflettendo la melodia e l’espressività del melodramma italiano.

Parlando di melodramma, non si può non menzionare Giuseppe Verdi (1813 – 1901), il compositore italiano più famoso. Con La traviata (1853), Verdi ha creato un’opera che ha raggiunto un’enorme popolarità. Enrico Marucelli (1877 – 1907) trascrisse per mandolino e chitarra i temi di Violetta e Alfredo, adattando il ritmo di valzer dell’opera alle possibilità espressive dei due strumenti. La chitarra spesso accompagna il mandolino, creando un’atmosfera intima e coinvolgente.

Nel corso dell’Ottocento, il repertorio per chitarra e mandolino si è evoluto, spesso “prendendo in prestito” brani da organici di chitarra e voce. Questa interscambiabilità tra strumenti ha favorito la diffusione di un ampio mercato editoriale, mantenendo viva la tradizione del mandolino.

Una figura chiave nel XX secolo è Raffaele Calace (1863 – 1934), che ha promosso la tradizione del mandolino e ha scritto brani originali, distaccandosi dalle sole trascrizioni. Calace ha creato un repertorio che esalta le qualità tecniche e melodiche dello strumento. La sua opera in programma è una dolce elegia, ricca di sognante melodia.

Infine, Carlo Munier (1859-1911) è stato un altro protagonista della rinascita del mandolino, scrivendo oltre 350 opere. Il suo Capriccio Spagnuolo mostra l’influenza di ritmi spagnoli come il bolero e l’habanera, incorporando anche tecniche Ramenco.
ARTISTI: Eugenio Palumbo mandolino, Roberto Guarnieri chitarra

THE WIECKMANN

Le Kinderszenen, op. 15, di Robert Schumann (1810-1856), non sono destinate alla didattica per giovani e piccole mani, ma piuttosto rappresentano un’affascinante suite di tredici pezzi che esplorano il mondo dell’infanzia. Composte nel 1838, poco prima del suo matrimonio con Clara Wieck, queste scene sono scritte “per i piccoli fanciulli da un fanciullo grande” e oIrono un contrasto con la complessità di opere come Kreisleriana, op. 16. La loro semplicità tecnica non è sinonimo di super1cialità; al contrario, riflette una profonda unità d’ispirazione, in cui tutti i temi derivano da sole tre cellule melodiche.
Le Kinderszenen oIrono un viaggio emotivo attraverso momenti di meraviglia, gioco e sogno, culminando nel celebre Träumerei, un pezzo che incarna l’ineIabile bellezza dell’infanzia. Al termine, il “grande fanciullo” sembra riconoscere che conoscere signi1ca, in fondo, ricordare.

Clara Wieck (1819-1896), moglie di Schumann, è una figura centrale nel panorama musicale del XIX secolo. La sua carriera, costellata di sfide personali e familiari, la vede brillare sia come pianista che come compositrice. Franz Liszt, elogiando le sue opere giovanili, riconosceva il loro valore, sottolineando la sua audacia armonica e la freschezza melodica. I Valses Romantiques, op. 4, composti nel 1835, catturano l’essenza dell’amore giovanile e dell’ottimismo, riflettendo il clima di intimità e gioco che caratterizzava la loro relazione.

L’interazione musicale tra Clara e Robert è evidente: Schumann incorporò temi delle sue opere nei suoi lavori, come nel Carnaval, op. 9, dove Clara appare non solo come ispirazione, ma come figura musicale attiva. Clara, con il suo stile eclettico, mostra una padronanza nell’organizzazione dei materiali musicali e nelle connessioni motiviche, creando un linguaggio musicale ricco e sfumato. La sua arte continua a ispirare, come dimostra l’affermazione di Fuller Maitland: «Dove non arrivò la sua arte, ancora oggi opera il suo esempio».

La Sonata op. 14 n° 3, dedicata a Ignaz Moscheles, rappresenta un’altra importante tappa nel percorso di Schumann. Questa opera, che Schumann considerava più simile a una “Grosse Sonate” che a un concerto, evidenzia la sua ricerca di complessità armonica e melodia. La sonata è caratterizzata da un uso innovativo di dissonanze e un materiale melodico ricco, mentre il Terzo Movimento si basa su un tema cupo e doloroso, che si evolve in una serie di variazioni.

Il secondo movimento, uno Scherzo di grande respiro, presenta una scrittura di densità sinfonica e un dinamismo ritmico accentuato. Il movimento 1nale, Prestissimo, è febbrile e inquieto, rappresentando l’inevitabile tensione di un’anima in cerca di catarsi. Schumann riesce a catturare, in queste opere, non solo il suo tumulto interiore, ma anche la complessità delle emozioni umane, creando un dialogo profondo tra il personale e l’universale.

ARTISTI: Costanza Principe pianoforte.

Biglietteria, info e orari: https://www.boxol.it/BoxoficeLive/it/advertise/undiscovered-music-festival/544779

Al termine di ogni appuntamento sarà offerto un calice di vino della cantina storica Fabiano e nella sala saranno esposte delle installazioni artistiche della Fondazione Brescia Eventi. Un momento di convivialità pensato per creare un evento intorno alla performance musicale avvicinandosi alle esigenze specifiche di un pubblico giovane, affascinato dalla ritualità della musica d’arte ma alla ricerca di una maggior accessibilità.