Nei giorni scorsi (19 giugno) la Commissione europea ha raccomandato l’apertura di una procedura di infrazione a carico dell’Italia e di altri 6 paesi (Francia, Belgio, Ungheria, Malta, Polonia, Slovacchia) per deficit eccessivo. Cos’è la procedura d’infrazione, quante e quali sono aperte a carico dell’Italia?
La procedura d’infrazione costituisce uno strumento indispensabile per garantire il rispetto e l’effettività del diritto dell’Unione. La decisione relativa al suo avvio è una competenza esclusiva della Commissione europea, la quale, esercitando un potere discrezionale, può agire su denuncia di privati, sulla base di un’interrogazione parlamentare o di propria iniziativa, quando ritiene che uno Stato membro abbia mancato a uno degli obblighi imposti dal diritto dell’Unione. L’infrazione può consistere nella mancata attuazione di una norma europea oppure in una disposizione (…) nazionale che risulti con essa incompatibile
Nei giorni scorsi (19 giugno) la Commissione europea ha raccomandato l’apertura di una procedura di infrazione a carico dell’Italia e di altri 6 paesi (Francia, Belgio, Ungheria, Malta, Polonia, Slovacchia) per deficit eccessivo. Nel 2023 infatti il disavanzo del nostro paese è stato pari al 7,4% del Pil, quando le normative Ue prevedono un limite massimo del 3%. Mentre il rapporto debito pubblico/Pil pur “notevolmente diminuito” dal picco del Covid è ancora elevato, pari a oltre il 137% del Pil nel 2023, e si prevede che la tendenza al ribasso si invertirà quest’anno e il prossimo. La proposta della Commissione dovrà ora passare al vaglio del Consiglio dell’unione europea, a cui spetta la decisione sull’apertura formale della procedura.
Una volta attivata, la procedura richiede che il paese si impegni a correggere il disavanzo, adottando azioni significative entro sei mesi, ma con un percorso di aggiustamento che dura generalmente più anni, fino ad un massimo di 7, a seconda della gravità della violazione. In seguito dell’approvazione del percorso di rientro da parte del Consiglio, la Commissione definisce le correzioni da apportare al bilancio annualmente per rientrare dal deficit e ne monitora l’applicazione. Se il paese non si adegua, sono previste sanzioni monetarie, che aumentano nel tempo se il paese continua a non correggere i suoi conti. Anche l’accesso ai fondi strutturali o di coesione del bilancio europeo potrebbe essere negato a un paese in procedura che continui a non prendere adeguati provvedimenti.
La Commissione ad oggi non ha ancora proposto al Consiglio, che come detto deve approvarlo, il processo di aggiustamento che un paese in procedura dovrà seguire per rientrare dal deficit, e, probabilmente, non lo farà fino in autunno. Tutto quello che si può dire, per il momento, è che la procedura di infrazione di specie richiede, per legge, un aggiustamento di “almeno lo 0,5 per cento del deficit strutturale” all’anno, ovvero circa 10 miliardi per l’Italia.
Cos’è una procedura di infrazione e qual’è il suo iter?. Una procedura d’infrazione può essere avviata per tre diversi motivi:
- mancata comunicazione: quando lo stato membro non comunica in tempo le misure per implementare la direttiva;
- mancata applicazione: quando la commissione europea valuta la legislazione dello stato membro non in linea con il diritto Ue;
- sbagliata applicazione: quando la legge europea non viene applicata o è applicata incorrettamente dallo stato membro.
La procedura è abbastanza complessa e si sviluppa in diverse fasi. La prima inizia con la cosiddetta lettera di costituzione in mora con cui la commissione chiede maggiori informazioni allo stato membro interessato. Questo passaggio è definito di “pre-contenzioso”, il paese posto sotto indagine deve fornire spiegazioni entro un periodo di tempo prestabilito.
Nel caso in cui la risposta non arrivi o sia giudicata insoddisfacente, la Commissione può decidere di inviare un parere motivato in cui chiede di adempiere alle mancanze normative entro una data scadenza. Se lo stato membro continua a non adeguarsi, Bruxelles può decidere di aprire un contenzioso facendo ricorso alla Corte europea di giustizia. Se la corte ritiene che il paese in questione abbia effettivamente violato il diritto dell’unione, può emettere una sentenza in questo senso, richiedendo alle autorità nazionali di adottare misure per conformarsi.
Ma qual è la situazione italiana per quanto riguarda le procedure di infrazione attualmente in corso? Al di là dell’ultimo caso (deficit), in generale la posizione dell’Italia su questo fronte, pur risultando in miglioramento, molte procedure sono state archiviate negli ultimi 17 mesi (ben 43!), vede ad oggi 65 procedure ancora aperte, di cui 48 per violazione del diritto dell’Unione e 17 per mancato recepimento di direttive (dato al 23 maggio 2024).
Suddivisione procedure per stadio (dato al 23 maggio 2024)
- Messa in mora – art. 258 TFUE 26
- Messa in mora complementare – art. 258 TFUE 4
- Parere motivato – art. 258 TFUE 16
- Parere motivato complementare – art. 258 TFUE 1
- Decisione ricorso – art. 258 TFUE 3
- Ricorso – art. 258 TFUE 1
- Sentenza – art. 258 4
- Messa in mora – art. 260 TFUE 4
- Decisione ricorso – art. 260 TFUE 2
- Sentenza – art. 260 TFUE 4
- Totale65
Il nostro paese occupa l’ottavo posto tra gli stati Ue per numero più consistente di infrazioni pendenti. Tra i paesi principali fanno peggio Polonia e Spagna che occupano rispettivamente la prima e la seconda posizione con 87 e 86 procedure di infrazione pendenti. La Germania è decima con 63 procedure in corso, la Francia 12esima con 56.
Mentre sono 14 le procedure a carico dell’Italia che si trovano nello stadio del ricorso alla Corte di giustizia europea, pari al 21,5% delle procedure pendenti.
Tra le procedure attualmente in corso che coinvolgono il nostro paese la maggior parte (19) riguarda tematiche ambientali. A queste poi se ne devono aggiungere altre 2 legate alle azioni per la lotta al cambiamento climatico.
Suddivisione delle procedure per settore (dato il 23 maggio 2024)
- Ambiente 19
- Trasporti 7
- Affari economici e finanziari 6
- Lavoro e politiche sociali 6
- Affari interni 4
- Energia 4
- Giustizia 4
- Concorrenza e aiuti di Stato 3
- Agricoltura 2
- Libera circolazione delle merci 2
- Salute 2
- Affari esteri 1
- Appalti 1
- Comunicazioni 1
- Fiscalità e dogane 1
- Libera prestazione dei servizi e stabilimento 1
- Tutela dei consumatori 1
- Totale 65
Un altro ambito in cui l’Italia ha commesso un numero significativo di infrazioni è quello legato all’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione. In questo caso le procedure pendenti sono 7. Ci sono poi 3 distinti ambiti che fanno registrare 6 infrazioni ciascuno. Si tratta dei settori dei trasporti e mobilità, migrazioni e affari interni e mercato, industria, imprenditoria e Pmi.
L’ambiente è anche il settore in cui troviamo il maggior numero di procedure di infrazione già arrivate alla fase del contenzioso davanti alla corte di giustizia europea con 8. Troviamo a questo stadio anche 2 procedure che riguardano il mercato comune e la concorrenza.
Grazie alla banca dati della commissione europea è possibile tracciare un bilancio delle procedure di infrazione attualmente in corso e capire in questo modo quali sono i paesi che faticano di più nel conformarsi al diritto Ue. A maggio 2024 le procedure pendenti erano in totale 1.531 a livello europeo. Tra queste, 611 (il 40%) sono legate alla mancata comunicazione dei paesi membri delle iniziative per adeguare l’ordinamento interno a quello europeo. Il restante 60% riguarda invece la mancata o l’incorretta applicazione delle normative Ue.
Oltre il 60% delle procedure ancora aperte (926) si trova nella fase iniziale del contenzioso, quella dell’invio allo stato inadempiente della lettera di costituzione in mora. Ci sono poi 451 procedure che sono già arrivate alla fase dell’invio del parere motivato da parte della commissione. Infine 154 sono attualmente alla fase del contenzioso in sede di corte di giustizia europea.
Nota dolente (conseguente), se gli stati non si impegnano ad adeguare i propri ordinamenti interni alla legislazione Ue, nel lungo periodo le procedure di infrazione possono portare anche a delle sanzioni economiche. Leggendo il dato più aggiornato, depositato il 12 giugno 2024 dalla Corte dei conti – relazione annuale 2023, si parla di un esborso per l’erario di 998 milioni di euro nel periodo compreso tra il 2012 e il 2022.
Alberto Speciale
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Procedure per Materia ‘Ambiente’: 19
Numero Procedura | Oggetto | Dir. Gen. | Causa | Materia | Norme Comunitarie | Inadempienza | Fase |
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2024_2053 | Non corretto recepimento della direttiva UE 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, sulla riduzione dellincidenza di determinati prodotti di plastica sullambiente | ENVI | Ambiente | Violazione diritto dell’Unione | Messa in mora Art. 258 TFUE | ||
2024_0077 | Mancato recepimento della direttiva UE 2023/959 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 maggio 2023, recante modifica della direttiva 2003/87/CE, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nellUnione, e della decisione UE 2015/1814, relativa allistituzione e al funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato nel sistema dellUnione per lo scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra | CLIM | Ambiente | direttiva 2023/959 | Mancato recepimento | Messa in mora Art. 258 TFUE | |
2024_0076 | Mancato recepimento della direttiva UE 2023/958 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 maggio 2023, recante modifica della direttiva 2003/87/CE per quanto riguarda il contributo del trasporto aereo all’obiettivo di riduzione delle emissioni in tutti i settori dell’economia dell’Unione e recante adeguata attuazione di una misura mondiale basata sul mercato | CLIM | Ambiente | direttiva 2023/958 | Mancato recepimento | Messa in mora Art. 258 TFUE | |
2023_2187 | Non conformità con la direttiva Uccelli direttiva 2009/147/CE e il regolamento REACH regolamento 1907/2006/CE modificato dal regolamento UE 2021/57 a seguito di modifiche introdotte nella normativa nazionale sulla caccia. | ENVI | Ambiente | Violazione diritto dell’Unione | Messa in mora Art. 258 TFUE | ||
2023_2181 | Mancato adempimento da parte della Repubblica italiana agli obblighi previsti dalla direttiva Habitat per quanto riguarda le catture accessorie di specie marine e di uccelli. | ENVI | Ambiente | Violazione diritto dell’Unione | Messa in mora Art. 258 TFUE | ||
2021_2028 | Mancato completamento della designazione dei siti della rete Natura 2000 | ENVI | Ambiente | Violazione diritto dell’Unione | Messa in mora Art. 258 TFUE | ||
2020_2299 | Cattiva applicazione in Italia della direttiva 2008/50/CE del 21 maggio 2008, relativa alla qualità dellaria ambiente e per unaria più pulita in Europa, per quanto concerne i valori limite per il PM2,5 | ENVI | Ambiente | Violazione diritto dell’Unione | Messa in mora Art. 258 TFUE | ||
2018_2249 | Monitoraggio della qualità delle acque, designazione delle zone vulnerabili ai nitrati e contenuto dei programmi d’azione | ENVI | Ambiente | Violazione diritto dell’Unione | Parere motivato Art. 258 TFUE | ||
2017_2181 | Non conformità alla Direttiva 1991/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane | ENVI | Ambiente | Violazione diritto dell’Unione | Decisione ricorso Art. 258 TFUE | ||
2015_2163 | Mancata designazione delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e mancata adozione delle misure di conservazione. Violazione Direttiva Habitat. | ENVI | Ambiente | Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (c.d. direttiva Habitat) | Violazione diritto dell’Unione | Messa in mora complementare Art. 258 TFUE | |
2015_2043 | Applicazione della direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria ambiente ed in particolare obbligo di rispettare i livelli di biossido di azotoNO2 | ENVI | Causa C-573/19 | Ambiente | direttiva 2008/50/CE | Violazione diritto dell’Unione | Sentenza Art. 258 TFUE |
2014_2147 | Cattiva applicazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente – Superamento dei valori limite di PM10 in Italia. | ENVI | C-644/18 | Ambiente | direttiva 2008/50/CE | Violazione diritto dell’Unione | Messa in mora Art. 260 TFUE |
2014_2059 | Attuazione della direttiva 1991/271/CEE relativa al trattamento delle acque reflue urbane. | ENVI | C-668/19 | Ambiente | direttiva 1991/271/CEE | Violazione diritto dell’Unione | Sentenza Art. 258 TFUE |
2013_2177 | Stabilimento siderurgico ILVA di Taranto | ENVI | Ambiente | Direttiva 2008/1/CE sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento (c.d. direttiva IPPC),fino al 7 gennaio 2014; Direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali (c.d. direttiva IED),a partire dal 7 gennaio 2014 | Violazione diritto dell’Unione | Parere motivato Art. 258 TFUE | |
2011_2215 | Violazione dellarticolo 14 della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti in Italia | ENVI | C-498/17 | Ambiente | direttiva 1999/31/CE | Violazione diritto dell’Unione | Messa in mora Art. 260 TFUE |
2009_2034 | Cattiva applicazione della Direttiva 1991/271/CE relativa al trattamento delle acque reflue urbane | ENVI | C-85/13 | Ambiente | Dir. 1991/271 | Violazione diritto dell’Unione | Decisione ricorso Art. 260 TFUE |
2007_2195 | Emergenza rifiuti in Campania. | ENVI | C-297/08 e C-653/13 | Ambiente | Dir. 2006/12/CE | Violazione diritto dell’Unione | Sentenza Art. 260 TFUE |
2004_2034 | Cattiva applicazione degli articoli 3 e 4 della direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane. | ENVI | C-251/17 | Ambiente | Dir.1991/271/CE | Violazione diritto dell’Unione | Sentenza Art. 260 TFUE |
2003_2077 | Non corretta applicazione delle direttive 75/442/CE sui “rifiuti”, 91/689/CEE sui “rifiuti pericolosi” e 1999/31/CE sulle “discariche”. | ENVI | C-135/05 e C-196/13 | Ambiente | Dirr.75/442/CEE, 91/156/CEE, 91/689/CEE e 1999/31/CE | Violazione diritto dell’Unione | Sentenza Art. 260 TFUE |