Le rappresentanze degli Stati membri dell’UE hanno deciso di accogliere la proposta della Commissione Europea e vietare tre pesticidi (neonicotinoidi): clothianidin, imidacloprid e tiametoxam, ovvero i maggiori responsabili della progressiva scomparsa delle api. Si vuole rendere definitivo il divieto di usare e immettere sul mercato prodotti fitosanitari contenenti queste sostanze attive. Il settore dell’apicoltura dà reddito a più di 500mila cittadini europei e la sua importanza in termini indiretti è ancora maggiore: l’84% delle specie vegetali complessive e il 76% della produzione alimentare dipendono dall’impollinazione delle api.
Inoltre, uno studio recente della FAO dimostra come aumentare la densità e la varietà degli insetti impollinatori abbia un impatto diretto sulla produttività dei raccolti in agricoltura e come ciò possa aiutare soprattutto i piccoli agricoltori ad aumentare la loro produttività media del 24%.
La storia di questo divieto parte da lontano. Il 16 gennaio 2013 l’EFSA ha presentato le sue conclusioni scientifiche, individuando l’esistenza di un rischio acuto elevato per le api rappresentato dai prodotti fitosanitari contenenti queste sostanze attive. Alla luce delle nuove conoscenze scientifiche e tecniche, la Commissione ha ritenuto di non poter escludere un elevato rischio per le api, se non imponendo ulteriori restrizioni.
I tre insetticidi sono stati brevettati circa quarant’anni fa rispettivamente da Bayer e Syngenta. Le due multinazionali, colpite nel loro business, hanno deciso di fare ricorso presso la Corte di Giustizia dell’UE contro il divieto introdotto dalla Commissione nel 2013. Il 28 febbraio 2018, l’EFSA ha aggiornato le proprie valutazioni del rischio relativamente alle tre sostanze sotto esame e ha confermato che il loro uso rappresenta un rischio per le api selvatiche e quelle mellifere.
È consolidato che le api sono un efficace indicatore della salubrità dell’ambiente: api in salute indicano che anche l’ambiente in cui vivono è in buone condizioni. Viceversa, alti tassi di mortalità o di riduzione del numero complessivo denotano la presenza di sostanze dannose anche per gli altri esseri viventi, tra cui l’uomo.
Da segnalare inoltre la diffusione del miele contraffatto che rappresenta un grave problema, in particolare per motivi di sicurezza alimentare. Il miele è infatti il terzo prodotto più contraffatto al mondo, e riguarda quasi totalmente le importazioni che arrivano nell’UE, specialmente dalla Cina, dove si fa largo uso di filtrazione attraverso resine sintetiche. Questo prodotto viene poi mescolato con miele europeo da aziende che agiscono in modo fraudolento, che lo commercializzano come “miscela di mieli originari e non originari dell’UE”. Queste pratiche rappresentano un gravissimo rischio per la salute dei consumatori, che non sono nemmeno adeguatamente informati sulla reale provenienza dei prodotti che consumano.
Bisogna puntare ai metodi alternativi ed ecologici per il controllo dei parassiti escludendo l’uso della chimica di sintesi che alla fine ci arriva dritta nel piatto.
Alberto Speciale
[…] Lo scorso 28 febbraio 2018, la stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare ne aveva confermato la pericolosità nel suo ultimo rapporto sull’ecotossicità dei neonicotinoidi aveva concluso che la maggior parte dei modi in cui i pesticidi neonicotinoidi vengono usati rappresenta un rischio sia per le api selvatiche che per quelle mellifere. Il 27 aprile 2018 l’Italia, assieme ad altri 15 paesi europei, ha deciso di votare a favore della proposta della Commissione Europea sul divieto dell’uso di neonicotinoidi, in particolare dei tre principi attivi imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam (qui articolo di Verona News). […]