Settimana di lavoro decisamente intensa quella appena trascorsa per il personale della Polizia di Stato in servizio presso l’Aeroporto di Verona, conclusasi con ulteriori tre arresti al Valerio Catullo e che seguono quello di martedì scorso nei confronti di un cittadino moldavo condannato per il reato di “traffico di essere umani” ed ora in carcere a Montorio per scontare la pena di 23 anni di reclusione.
I capillari controlli di Polizia di Frontiera Aerea svolti quotidianamente presso l’Aeroporto di Verona, hanno infatti permesso, nel corso del fine settimana, di trarre in arresto tre cittadini stranieri in arrivo e in partenza dal Valerio Catullo.
Il primo, è stato operato nei confronti di un altro cittadino moldavo di 38 anni, giunto a Verona con il volo da Chisinau, risultato colpito da un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Torino nel 2015 per reati di “importazione e trasporto illecito di tabacco”. Dovrà scontare presso il carcere di Montorio una pena di un anno e quattro mesi di reclusione, oltre il pagamento di una multa di 40.000€.
Il secondo nei confronti di un cittadino albanese di 36 anni, questa volta proveniente con il volo da Tirana, colpito da un ordine di carcerazione per cumulo pene per i reati di concorso in furto aggravato commesso in diverse province italiane, oltre che per evasione dagli arresti domiciliari. Dovrà scontare una pena di un anno e sei mesi di reclusione.
L’ultimo invece, nei confronti di una cittadina di origine georgiana di 43 anni, che al controllo passaporti, in procinto d’imbarcarsi sul volo diretto a Birmingham, ha esibito ai poliziotti un passaporto biometrico risultato compendio furto dalle Autorità lettoni. Dalla verifica documentale, effettuata mediante le sofisticate apparecchiature in dotazione alla Polizia di Frontiera Aerea, è risultato che la pagina contenente i dati anagrafici e la fotografia era stata falsificata.
Una volta accompagnata negli uffici di Polizia, la donna ha confessato di essere di origine georgiana e di aver tentato di attraversare la frontiera con un documento e generalità false per poter raggiungere la Gran Bretagna.
A seguito di quanto accertato dalla Polizia aeroportuale, A. K. è stata arrestata per il reato di Possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, nonché, ricettazione. Giudicata per direttissima, la donna è stata condannata ad un anno di reclusione e a 600 euro di multa, con la concessione della pena sospesa.