Nella mattinata di martedì 21 settembre gli uomini della 2^ sezione della Squadra Mobile deputata al “Contrasto alla criminalità straniera” hanno arrestato quattro cittadine moldave, in quanto responsabili del reato di “Possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi”.
Le indagini sono state avviate a seguito di segnalazione della presenza presso un’azienda agricola di Monteforte d’Alpone di diversi cittadini stranieri di origine moldava in possesso di documenti di identità rumeni falsi.
Anche attraverso la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, della Direzione Centrale della Polizia Criminale è stato interessato il collaterale Ufficio Interpol Moldavo il quale confermava che l’utilizzo di documenti d’identità rumeni falsi costituisce un valido escamotage per i cittadini in realtà di origini moldave, di circolare liberamente sul territorio nazionale italiano ed europeo non avendo l’obbligo di regolarizzarsi come invece previsto per loro che sono considerati extracomunitari.
Inoltre, tali documenti fasulli sarebbero stati utilizzati anche per integrare la documentazione di assunzione presso l’azienda agricola, che sembrerebbe ignara della vicenda. La stessa proprietà ha infatti fornito l’elenco degli operatori rumeni assunti per la stagione; tale elenco, completo dei documenti di identità forniti da ciascun assunto, è stato oggetto di specifici accertamenti con le Autorità rumene, attraverso il collaterale Ufficio Interpol, al fine di ottenere riscontro sulla genuinità dei documenti de quo.
All’esito del riscontro è emerso che dei 35 documenti inviati, 15 sono risultati falsi poiché intestati ad altre persone, scaduti di validità, non censiti o oggetto di smarrimento. Tuttavia, essendo lavoratori stagionali sono risultate ancora presenti in azienda solo le quattro donne arrestate, tutte di età compresa tra i 30 e 40 anni, che al termine delle formalità di rito sono state poste, su disposizione del Pubblico Ministero di turno, agli arresti domiciliari presso il proprio domicilio; il rito per direttissima ha convalidato l’arresto, e le imputate rimesse in libertà.
Attualmente sono state messe a disposizione del locale Ufficio Immigrazione per gli accertamenti di specifica competenza.