“La sentenza del Tar sul project traforo chiude ingloriosamente anche l’ultimo capitolo della lunga saga del cosiddetto “passaggio a nord” lasciando ancora una volta intatto il problema della strettoia Teatro Romano-San Giorgio che paralizza Veronetta e la città.
Della soluzione di traforo propagandata per ben 10 anni dalla precedente amministrazione non resta nulla che permetta anche soltanto di avvicinarsi ad una soluzione: come abbiamo sempre sostenuto, quella proposta era insostenibile sotto tutti i punti di vista. Il fatto che si sia ricorsi ai tribunali per dimostrarlo è soltanto indice di scarsissima visione amministrativa e politica”.
Così il gruppo consiliare PD di Palazzo Barbieri.
“Ora bisogna ripartire da zero, senza dover per forza attendere i tempi lunghi o lunghissimi del Pums che, con tutto il rispetto per l’assessore Zanotto, non dirà nulla di veramente nuovo rispetto a quanto hanno già detto negli ultimi 20-30 anni i migliori urbanisti che si sono cimentati con la viabilità di Verona”.
La verità è che non esiste, come volevano farci credere, una bacchetta magica o una misura risolutiva, esistono invece una serie di misure viabilistiche e di politiche della mobilità da adottare e coordinare con competenza e professionalità, a partire dal rafforzamento del trasporto pubblico per togliere auto dalla strettoia del Teatro Romano e dal potenziamento della viabilità alternativa dalle Torricelle. Si può tornare a ragionare su un’ipotesi di galleria urbana solo quando i dati tecnici ne dimostrino l’effettiva utilità nella risoluzione del problema dell’attraversamento di Veronetta e dell’estensione della Ztl cittadina. Si deve inoltre ragionare su una diversa dislocazione degli attrattori di traffico presenti nella zona, come ad esempio le scuole, anche se la scelta di lasciare al suo posto l’ospedale condiziona in maniera pesante le soluzioni percorribili” – concludono i consiglieri PD