Traffico illegale di pneumatici a Verona

 
 

Traffico di pneumatici: in cinque mesi 122 operazioni illegali scoperte. Tra gli snodi principali, anche Verona.

Ben 122 operazioni illegali registrate, ottanta aziende segnalate, di cui 50 con specifica documentazione e 14 operatori commerciali attivi in particolare online da siti registrati all’estero (soprattutto Germania, Usa, Belgio), oggetto di 34 segnalazioni, di cui alcune inoltrate al Comando Tutela Ambiente dell’Arma dei Carabinieri per approfondimenti. È il bilancio reso possibile da Cambiopulito.it, sito internet che consente di segnalare illeciti nel campo della cessione degli pneumatici usati. Molte di queste arrivano da Verona.

«Un’iniziativa che ci fa capire come lo strumento del whistleblowing, la segnalazione anonima e tutelata di reati, funzioni e sia applicabile nell’immediato – afferma Francesca Businarolo, primo firmatario della proposta di legge sulla segnalazioni di reati in ambito pubblico e nelle imprese – con una normativa  in dirittura di arrivo».

I dati emergono dal primo report dell’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e pneumatici fuori uso (pfu): una fotografia a cinque mesi dall’avvio della piattaforma web dedicata alla trasparenza della filiera del ricambio (composta da oltre 50mila aziende) che permette agli operatori la segnalazione online di pratiche irregolari che generano ogni anno 30-40mila tonnellate di pfu «fantasma». Il report di CambioPulito promosso dai consorzi per la gestione Pfu Ecopneus, EcoTyre e Greentire (circa l’85% del totale nazionale), Legambiente, associazioni di categoria Confartigianato, Cna, Airp e Federpneus, è stato presentato a Roma, a 7 giorni dal via libera al Senato al Ddl per la disciplina del whistleblowing.

Per quanto riguarda le rotte dell’illegalità degli pneumatici e degli pneumatici fuori uso, secondo CambioPulito «in gran parte i flussi avvengono tramite vendite online, in particolare da societa’ e siti web registrati all’estero (Germania, Usa, Belgio) che introducono pneumatici destinati al mercato nero su tutto il territorio. Il circuito B2B (business to business), tra imprese e intermediari, è responsabile di gran parte dei flussi con operatori esteri che evadono Iva e contributo: una concorrenza sleale con pneumatici a prezzi inferiori di circa il 20%». Dal Nord, in particolare dal Veneto, entrano illegalmente grandi quantità di pneumatici, con snodo logistico nelle province di Verona, Treviso e Vicenza. Numerose segnalazioni arrivano dalle province di Novara e Torino (Piemonte), Como, Bergamo e Cremona (Lombardia). Le gomme poi vengono commercializzate al Sud: Campania (province di Napoli e Caserta), Puglia (le aree industriali di Foggia e Bari e la provincia di Brindisi), Sicilia (catanese), Calabria (Cosenza e Catanzaro), Basilicata (zona industriale di Potenza). I consorzi e le associazioni di settore dell’Osservatorio denunciano così di «essere alla vigilia di una nuova emergenza proprio a causa delle quantità di Pfu eccedenti i target consentiti che si stanno accumulando presso gli operatori» per cui «serve la tracciabilità dei flussi che distingua quelli illegali da quelli regolari».

«Abbiamo anticipato i risultati a soli cinque mesi dall’esordio per quattro ragioni – spiega Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio -: su 122 segnalazioni solo una è stata cestinata perché inattendibile, il sistema funziona; la seconda, ora la geografia dei traffici dall’estero attraverso il nord est fino al mezzogiorno è chiara, e perché siamo alla vigilia di un nuovo momento di crisi nella gestione di Pfu causato da questi flussi. Infine c’e’ un ritardo nelle risposte delle istituzioni che vogliamo sollecitare anche sulla questione cruciale della tracciabilità in particolare il Ministero dell’Ambiente». «Su quest’ultimo punto – aggiunge Businarolo – sono pronta ad appoggiare in Parlamento ogni iniziativa in tal senso».

 
 

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