In merito all’intervista rilasciata dal Governatore del Veneto Luca Zaia e pubblicata oggi dal Corriere del Veneto, interviene il Sindaco Flavio Tosi che di seguito mette in fila alcune considerazioni:
“Innanzitutto non è vero che all’epoca del Ministro Maroni il Governatore si oppose ai piani del Governo relativi all’accoglienza dei profughi; basta risalire al 12 aprile 2011 per trovare sui giornali le sue testuali dichiarazioni: “Farò la mia parte, i veneti capiranno”, ma semplicemente si limitò a scaricare la fase operativa sul prefetto Lamorgese.
Per quanto riguarda poi i dati costruiti ad arte da Zaia per la provincia di Treviso, sono volutamente infarciti di grossolane inesattezze: la prima è che il Governatore aggiunge al numero reale dei profughi richiedenti asilo da distribuire tra le strutture di accoglienza territoriali, anche i 2.413 che sono arrivati ma che non sono reperibili in quanto, per la maggior parte, già recatisi oltre confine; quindi non è corretto inserirli, perché non staranno mai in nessun centro profughi, come sa benissimo anche il Governatore. Inoltre afferma falsamente che il totale dei richiedenti asilo assegnati alla provincia di Treviso, il cui dato reale è quindi di 2.362 persone, va suddiviso in egual misura tra i 95 comuni trevigiani, quando anche un bambino (e anche lui) sa che per l’accoglienza diffusa l’assegnazione dovrebbe essere effettuata in base al numero di abitanti: è chiaro quindi che la città di Treviso dovrebbe ospitarne più di quella di Vittorio Veneto, così come Vittorio Veneto più del Comune di Refrontolo, che ha meno di duemila residenti. Se la provincia di Treviso conta circa 900 mila abitanti, la proporzione è di un profugo ogni circa 400 abitanti e quindi Refrontolo dovrebbe ospitarne 5 e non 50 come dice Zaia, falsificando e strumentalizzando i dati ad uso e consumo della sua attuale politica, per confondere e creare allarme tra la popolazione.
Altra ipotesi assolutamente demagogica e tecnicamente impercorribile oggi è quella di aprire campi di accoglienza ed identificazione nei luoghi di partenza dei migranti in Nord Africa: finché in Libia non ci sarà un vero Governo stabile e non saranno state ripulite le zone controllate dai criminali dall’Isis, quella di Zaia è solo una sparata elettorale, come lui sa bene. Sarebbe invece auspicabile pattugliare per fermare, dare assistenza sanitaria, quindi poi selezionare e respingere i clandestini ai confini delle acque territoriali libiche, vera lacuna delle politiche del Governo Renzi.
Detto questo, concordo sul fatto che sia necessario accelerare al massimo le pratiche sul riconoscimento o meno dello stato di rifugiato, perché è accertato che più di due terzi dei richiedenti asilo non hanno diritto di rimanere ed andrebbero quindi espulsi. Mi fa quindi piacere che il Governatore condivida la proposta già formalizzata in Parlamento in tal senso dall’onorevole Emanuele Prataviera”.