“Forse i cittadini britannici che hanno votato per l’uscita dall’Europa non si sono resi conto realmente di quali potranno essere le conseguenze: penso che per una buona parte di loro si sia trattato di un voto emotivo, un voto “di pancia” e non frutto di una valutazione realistica e concreta, come dimostra il fatto che gli ambienti economici e finanziari si erano espressi contro l’uscita.
È chiaro che l’Europa, così com’è, è una gabbia di regole da modificare e di accordi finanziari e commerciali sbagliati da riscrivere, ma non era la Brexit la soluzione giusta: si doveva trattare per strappare accordi diversi, ma non uscire.
Ora il rischio è che in Europa e specialmente in Italia sulle orme di alcuni politici britannici altri “Tafazzi nostrani” propongano l’uscita dall’euro, non rendendosi conto che il nostro Paese verrebbe disintegrato economicamente.
La Gran Bretagna aveva mantenuto la sua moneta e ha comunque fondamenta economiche solide, noi invece siamo debolissimi, con un debito pubblico colossale, il Pil fermo: se restiamo soli verremo sbranati dalla speculazioni finanziarie internazionali. Basta vedere oggi come stanno andando i mercati”.