“Le assunzioni di dirigenti a tempo determinato approvate tra il 2007 ed il 2012 nel Comune di Verona, una dozzina in tutto, sono conformi alle norme che, già con la legge Bassanini, e successivamente con richiami nel testo unico degli enti locali, nello Statuto e nei Regolamenti comunali, hanno consentito ai Sindaci margini di flessibilità e di discrezionalità nella individuazione della “squadra” grazie alla quale poter attuare il programma di governo e rispondere al meglio alle attese di efficienza e funzionalità dei servizi. Inoltre non è stato solo il Comune di Verona a seguire queste modalità di procedura, ma la maggior parte, se non la totalità, dei Comuni italiani: Milano, Torino, Bologna, Firenze, Vicenza, Padova, Bergamo, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Lecce, solo per citarne alcuni”. Lo precisa il Sindaco Flavio Tosi in relazione al rinvio a giudizio di tre dirigenti comunali per abuso d’ufficio. “Tre dirigenti – aggiunge – di grande esperienza e capacità professionale come testimoniano i loro curricula: l’Avv. Crescimbeni Dirigente del personale nel Comune di Verona dal 1994; il Dott. Marchi già Segretario del Comune di Verona scelto dall’allora Sindaco Zanotto e, in precedenza, già Segretario di Trieste e di molti Comuni della Toscana; la Dott.ssa Pratizzoli, che prima di arrivare a Verona era stata Segretario dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Emilia e aveva, tra gli altri Comuni, lavorato in quello di Mantova. Di questa dozzina di Dirigenti a tempo determinato, per giunta, 4 erano stati per la prima volta incaricati, con analoghe modalità fiduciarie e discrezionali, dalla precedente Amministrazione del Sindaco Zanotto e quindi confermati anche dalla attuale Amministrazione, in ragione della buona prova data circa la capacità di reggere gli uffici e governare i servizi. Non si vede perciò con quale ragione e credibilità qualcuno possa parlare di volontà di creare una “classe dirigente fidelizzata all’attuale Sindaco”. “Nei Paesi moderni – continua il Sindaco – e nelle realtà aziendali pubbliche e private è prassi scegliere i vertici dirigenziali sulla base di criteri di efficienza e capacità, non per altri motivi e a Verona, da sempre, tali assunzioni sono state effettuate in base a questi criteri: una facoltà prevista e voluta dalla legge e negli anni ampiamente utiizzata in tutte amministrazioni locali senza essere mai stata contestata in sede giudiziaria penale ed anzi trovando conferma e più ampio spazio e sviluppo anche nella legislazione di riforma della Pubblica Amministrazione portata avanti dal Governo Renzi e dall’attuale Ministro Madia. I dirigenti comunali, per i quali è stato disposto il rinvio a giudizio, hanno applicato puntualmente la normativa vigente e già nelle memorie dei loro avvocati, ma anche ricorrendo a qualificati pareri di docenti universitari, hanno evidenziato ed avranno modo di dimostrare avanti il Tribunale Collegiale, non solo che non vi fu alcun abuso né violazione di legge, ma che – in particolare – la “ponderosa” consulenza sulla quale si fonda tutto l’impianto accusatorio è completamente erronea. Nel Comune di Verona, in presenza di un decennale blocco delle assunzioni, sono state coperte con incarichi a termine solo alcune posizioni e funzioni dirigenziali (poco più di un quinto), principalmente per ruoli e funzioni di carattere tecnico – professionale, individuando sempre persone già in possesso di competenza, esperienza e curricula ineccepibili (per precedenti incarichi svolti e per attività prestate sia all’interno dell’ente stesso che in altri enti ed aziende pubbliche e private)”. “Si sperava – conclude Tosi – che già in sede di udienza preliminare potesse essere chiusa una vicenda giudiziaria che ha colpito funzionari comunali esperti e stimati. La sucessiva fase di giudizio renderà senz’altro ragione della correttezza dell’operato di tutti e della piena legittimità della azione della stessa Amministrazione Comunale”.
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