Smontate le antenne e i tralicci installati abusivamente sulla II Torricella Mssimiliana. Adesso dovranno essere realizzate le opere di remissione in pristino e restauro, a carico delle società che hanno utilizzato la Torricella Massimiliana
Per quanto mi riguarda è stata, è e sarà una brutta pagina di illegalità e non trasparenza verificatasi nel Comune di Verona. Molti gli attori pubblici in campo che avrebbero potuto accelerare la pratica di sgombero delle antenne abusivamente installate in quasi 40 anni sulla II Torricella Massimiliana, ognuno si è ben guardato dal fare la prima mossa, aspettando prima quella dell’altro. Dimenticando che “non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo”.
Dicevo di attori pubblici “silenti”, trattasi, accettando con piacere il “diritto di rettifica”, della Soprintendenza, del Comune, del Demanio, dell’azienda elettrica comunale che ha fornito non si sa a che titolo per tutti questi decenni energia (a noi che chiediamo un allacciamento ci viene chiesto contratto di locazione o titolo di possesso del bene, agli antennisti invece, sprovvisti di titoli di possesso cosa è stato chiesto e prodotto?), dei giornali e tv locali (e non), soprattutto loro. Mai un articolo. Tranne il Corriere del Veneto.
Forse l’inchiesta di Report ha “costretto” qualche attore ad occuparsene in quanto non si poteva più sostenere il “non lo sapevo!”. L’unico interessamento è stato quello del “Comitato contro le antenne sulle Torricelle” che in questi anni ha resistito e non ha mollato la causa. E sappiamo che quando si dialoga con le PA occorre avere tanta, tanta, ma tanta pazienza.
Ricorderete che i giudici della Sesta Sezione del Consiglio di Stato, con le Sentenze pubblicate il 18 e 25 ottobre 2021, hanno messo la parola fine alla, arrogante e prepotente, occupazione della II Torricella Massimiliana perpetrata da alcuni decenni da parte di un gruppo di emittenti locali e non.
Il 24 marzo (2022) si è svolto uno degli ultimi incontri, convocato dal Demanio, con la partecipazione della Soprintendenza, per verificare l’effettivo e definitivo sgombero della Torricella Massimiliana II a seguito delle Sentenze del Consiglio di Stato che hanno in modo tombale chiuso ogni richiesta concessoria da parte degli antennisti.
Sgombero che ancora una volta non si è verificato.
Nel verbale di incontro tuttavia, è stato stabilito che gi impianti residui ancora presenti, dopo l’esodo parziale di taluni presso il “Tennis Torricelle” (ne ho parlato qui), saranno delocalizzati sul traliccio del “Piper”, struttura di proprietà di EI Towers, abusiva (qualcuno controlla cosa accade sulle torricelle?) ma condonata anni addietro. L’ex Soprintendente Vincenzo Tinè, in una Nota del 28 marzo inviata alle società emittenti, al Comune di Verona ed al Demanio, ha ritenuto la nuova collocazione compatibile con i dispositivi di tutela vigenti. Nella Nota viene specificato che «in ogni caso gli apparati esistenti nella Torricella Massimiliana II dovranno essere rimossi sottoponendo a questa Soprintendenza un progetto di remissione in pristino e restauro per l’autorizzazione di competenza». Quindi, in sintesi “via libera allo spostamento delle sole parabole, il cui termine potrebbe iniziare la prima decade di giugno, ovvero dopo il nulla osta del SUAP, fatto salvo il totale ripristino della Torricella II” che finalmente verrà restituita alla legalità.
Diversamente il Prefetto Cafagna avrebbe potuto attivare lo “sgombero coatto”, fattispecie mai attuata autorizzando in tal modo il maggior termine per lo sgombero. Come non lo ha invero azionato nemmeno il Demanio, il quale avrebbe potuto farlo in quanto, relativamente agli impianti era ancora pendente l’Ordinanza di sgombero n.2018/3948/DR-VE del 16.03.2018 emessa dall’Agenzia del Demanio e confermata dalle varie Sentenze del TAR Veneto (alcune: n.260/2020 Associazione per l’annuncio cristiano della pace, n.265/2020 Elemedia SpA, n.262/2020 O-Sphera Srl, n.261/2020 E-Sphera Srl – oggi P-Sphera Srl -, n.263/2020 P-Sphera, n.268/2020 Trasminet Sas di De Rossi Federico e Damiano & C.).
Nelle predette Sentenze del Consiglio di Stato, pubblicate nei confronti di Radio Zeta, Radio Gambellara S.r.l., Elemedia S.p.A e RTL 102,500 Hit Radio S.r.l., si legge che: «lo Stato ha dimostrato di tenere in particolare cura il bene sotto due distinti, seppur convergenti profili, poiché l’intero complesso delle quattro Torricelle è stato sottoposto a vincolo paesaggistico con decreto ministeriale in data 30 gennaio 1956 e, quindi, a vincolo storico e artistico con decreto ministeriale in data 18 agosto 1997; l’Agenzia del demanio non ha preteso una indennità quale canone di occupazione della Seconda Torricella, ma ha richiesto il pagamento dell’indennizzo per occupazione abusiva del bene demaniale e quindi sine titulo (…)». Inoltre, per il Collegio «La tolleranza più volte richiamata dalla(e) società appellante(i) a sicuro indice dell’intendimento dell’Agenzia del demanio di “tollerare” e “sanare” la presenza degli impianti è esclusa in radice dalla richiesta, reiterata, rivolta alle società occupanti, di corrispondere una somma per la perdurante occupazione illegittima, perché sine titulo. D’altronde, come è noto, facendo richiamo alle statuizioni dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato 17 ottobre 2017 n. 9, la mera inerzia da parte dell’amministrazione nell’esercizio di un potere-dovere finalizzato alla tutela di rilevanti finalità di interesse pubblico non è idonea a far divenire legittimo ciò che (nella specie l’occupazione sine titulo) è sin dall’origine illegittimo e allo stesso modo, tale inerzia non può certamente radicare un affidamento di carattere legittimo in capo a colui che aspira di essere destinatario di un atto amministrativo favorevole idoneo a ingenerare un’aspettativa giuridicamente qualificata.».
Come ricordato dai giudici del Consiglio di Stato l’area in cui sorgono le Torricelle è sottoposta alle disposizioni di tutela di cui alla parte seconda (Beni culturali) e alla parte terza (Beni paesaggistici) del D.Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004, recante il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”. Codice ben noto al Comitato contro le antenne sulle Torricelle che per primo ha segnalato l’abusivismo dilagante sulla II Torricella Massimiliana, passato sempre sottotraccia dalle varie Amministrazioni comunali che si sono alternate negli anni, tranne quella con l’assessore Ilaria Segala, e, dall’eterna unica voce, quella del Consigliere comunale Michele Bertucco.
Sembra quasi che le Torricelle siano una “zona franca” verso la quale la politica, ed anche i media, hanno guardato con gli occhi chiusi o benevoli. Da quasi 40 anni.
Ancora una volta senza le denunce e segnalazioni dei vari Comitati sorti (Comitato Verona Sud, Comitato ASMA, Comitato Ambiente Montorio, Comitato Fossi Montorio, Comitato Filobus, …,) che tipo di città sarebbe oggi Verona? Fino a che punto è legittimo che Comitati surroghino azioni di competenza pubblica?
Contattato Marco Caltroni, il Presidente Comitato contro le Antenne sulle Torricelle, ha dichiarato che: «Era il lontano 24 giugno 1980 quando l’Intendenza di Finanza, oggi Demanio dello Stato, accertò la presenza di numerose antenne di emittenti radio e TV locali installate abusivamente. Ci sono voluti più di 40 anni per ripristinare la legalità di un sito pubblico ma soprattutto sottoposto a importanti vincoli di tutela storico monumentale. Situazione che, come è ben noto, ha aspetti francamenti paradossali, ben riassunti nella lettera inviata il 7 ottobre 2015 dall’Ispettorato Territoriale Veneto del Ministero dello Sviluppo Economico al Demanio Regionale, alla Soprintendenza, al Comune di Verona con la quale il Direttore ing. Luciano Caviola “chiede formalmente all’Agenzia del Demanio del Veneto, agli Uffici competenti del Comune di Verona e alla Soprintendenza dei Beni Culturali e Paesaggistici di Verona di chiarire come sia stato possibile che negli anni settanta un qualsivoglia soggetto abbia potuto installare su un bene demaniale di alto profilo storico-culturale un traliccio di ben 75 metri, con fondamenta, plinti e ancoraggi, senza presentare alcun progetto all’ufficio comunale, senza aver ottenuto la necessaria concessione edilizia da parte del Comune medesimo, senza una autorizzazione del Demanio titolare dell’area, senza l’autorizzazione della Soprintendenza che aveva sotto tutela tale manufatto, ma soprattutto senza che nessuno di codesti Uffici si attivasse, per quanto di competenza, a sanare tale scempio e ad informare la Regione dei vincoli esistenti. E inoltre visto che attualmente i tralicci risultano quattro, se le successive tre installazioni edilizie, avvenute in epoca successiva, abbiano ottenuto una qualsivoglia autorizzazione da parte di codesti Enti”. «Sono passati 40 anni senza risposte da parte delle Istituzioni preposte alla tutela del Nostro patrimonio storico-culturale. Oggi, grazie alla nota trasmissione Report intervenuta a più riprese sulla questione, il Demanio, noi tutti cittadini siamo tornati in possesso del sito e le antenne sono state smantellate. Questa vicenda sia da monito per le nostre Istituzioni e per le future generazioni perchè non abbia a ripetersi».
Prossima tappa sarà vigilare e controllare affinché siano effettuate dagli antennisti le opere di remissione in pristino e restauro della Torricella Massimiliana.
Un altro bene in cui ripristinare la legalità è Forte S.Mattia, anche’esso ostaggio di antenne prive di autorizzazione oltre che compendio oggetto di sfregio alle mura (qui i miei articoli. Forte San Mattia, antenne: continuano gli abusi. Il Comune e il Soprintendente cosa fanno?, Torricelle, Forte San Mattia: impianti installati privi dei titoli autorizzativi. Nessuna sanzione avviata, Torricelle, Forte San Mattia: ancora tralicci e antenne per comunicazioni. Sono tutti regolari? ).
Avevo presentato il 6 febbraio 2020 all’Ufficio attività Edilizia comunale domanda di accesso generalizzato chiedendo: «di poter ricevere l’elenco delle ditte, Enti pubblici e privati autorizzati dal Comune di Verona all’installazione delle stesse. Ho chiesto inoltre di sapere se le installazioni sono state tutte autorizzate dalla Soprintendenza di Verona e se l’Amministrazione comunale ha autorizzato i lavori edili in sfregio alla fortificazione permettendo il passaggio dei fili in esterno ed in interno». L’Ufficio Attività Edilizia SUAP – SUEP mi aveva risposto che: “(…) per gli impianti installati su Forte San Mattia non risultano presentati/rilasciati titoli abilitativi né procedimenti sanzionatori avviati.”
Nessuna spiegazione, invece circa la mancata indicazione dei nomi degli “installatori” che avrei capito se la motivazione di diniego all’ostensione fosse dovuta ad un procedimento penale “già” in corso. Dopo un anno, il 15 marzo 2021, ero ritornato a chiedere le stesse informazioni agli uffici comunali ed il 15 maggio ho ricevuto la seguente risposta:
- non è possibile divulgare l’elenco degli Enti e ditte che hanno installato le proprie antenne sul Forte San Mattia in quanto trattasi di informazioni riservate concernenti la sicurezza nazionale;
- presso questa Amministrazione non risultano depositate autorizzazioni della Soprintendenza;
- nessuna autorizzazione è stata rilasciata dall’Amministrazione comunale per l’esecuzione di lavori edili in sfregio alla fortificazione permettendo il passaggio dei fili esterni ed interni;
- l’Amministrazione comunale ha avviato un’attività di censimento dei siti ai fini della regolarizzazione sotto il profilo edilizio e monumentale.
Posto che a me risultano presenti antenne non solo delle Forze di Polizia ma anche di aziende private (salvo fughe dell’ultima ora, ma non ci scommetterei) a questo punto mi domando se ad oggi sono già intervenuti il Comune ed il Soprintendente considerata l’assenza delle prescritte autorizzazioni ed il danno arrecato alla struttura.
Quella di Forte San Mattia sarà un’altra campagna per la legalità e trasparenza per il Comitato contro le Antenne sulle Torricelle e, auspico, anche per l’attuale amministrazione che vede questa volta, a parti invertire, l’assessore Michele Bertucco, titolare dell’assessorato al Patrimonio, sperando che questa volta il Comune sia parte “attiva” e dirimente.
Alberto Speciale
(Immagini, credit Alberto Speciale)