Abbiamo ricevuto notizia, a seguito della nostra richiesta, che l’Agenzia del Demanio, Direzione Regionale Veneto, il giorno 6 marzo 2019 intende svolgere il sopralluogo per la verifica della rimozione delle opere oggetto dell’ordinanza di sgombero (qui nota).
A seguito del diniego delle Amministrazioni coinvolte nel procedimento, – Regione Veneto, Soprintendenza, Comune di Verona – l’Agenzia del Demanio ha attivato tutte le procedure necessarie a ripristinare la legalità sul sito, fra cui il riavvio dell’iter di sgombero che era stato sospeso durante lo svolgimento della conferenza. Per consentire a tutti i soggetti coinvolti di rimuovere e spostare le apparecchiature e ripristinare l’area secondo le indicazioni della Soprintendenza nel luglio 2018 sono stati assegnati 240 giorni, al termine dei quali è prevista, con la Soprintendenza, la verifica dell’effettivo ripristino del sito al suo stato originario.
Siamo andati il 10 febbraio a verificare in che condizioni versa la II Torricella Massimiliana (articolo qui) e ritornati il 28 febbraio (articolo qui) constatando che molte delle antenne sono ancora ancorate in bella mostra alla fortificazione austriaca.
Dopo il verbale di riscontro circa il mancato sgombero delle antenne abusivamente installate sulla II Torricella Massimiliana al Demanio non resterà che azionare inesorabilmente quanto dichiarato nella Nota del 4 luglio 2018 Prot. n. 2018/10413/DR-VE, ovvero: “Scaduto il termine, in caso di mancato adempimento delle attività di rimozione delle apparecchiature e delle strutture abusive, di rilascio e ripristino del sito, da verificare in sopralluogo congiunto anche con la Soprintendenza, si procederà all’esecuzione dello sgombero in via amministrativa con spese a carico di Codesta Ditta per ogni attività conseguente e connessa.”
Non è stato ancora compreso dagli “antennisti” che in gioco c’è l’affermazione del principio di rispetto delle regole. Le stesse regole che cerchiamo di insegnare ai ragazzi nelle scuole, come per esempio accade con il presidio di “Libera – associazioni nomi e numeri contro le mafie” all’Istituto veronese Pasoli-Copernico. Oppure le conferenze dell’ex magistrato Gherardo Colombo e gli incontri di don Ciotti nelle scuole veronesi.
Ecco, finchè sventoleranno le antenne abusive non potremo parlare di Verona come città libera dalle mafie. E certamente non potremo essere veramente credibili nei confronti dei giovani chiedendo loro di essere “senza peccato” e di combattere le mafie quando consegniamo loro l’esempio di ciò che si sta consumando da quarat’anni sulle torricelle. Con buona pace degli adulti che invece dovrebbero affermare e portare la legalità
Alberto Speciale