Sono malattie che riguardano migliaia di persone a Verona e milioni nel paese, praticamente in ogni famiglia c’è un componente che ne soffre. Si tratta delle patologie endocrinologiche (la più comune quelle a carico della tiroide) e metaboliche (diabete e colesterolo).
In ambito endocrino e metabolico le novità terapeutiche sono frequenti e la rapidità di innovazione porta benefici al paziente e cure più efficaci. Ma le novità riguardano anche nuovi metodi di assistenza del malato.
Troppe analisi non servono. E’ la nuova consapevolezza degli specialisti in Endocrinologia che, diversamente dal passato, sono sempre più attenti alle prescrizioni appropriate. Per verificare il funzionamento della tiroide è sufficiente il prelievo del TSH, che nel 90% dei casi fornisce l’informazione necessaria al medico. Non occorre più prescrivere anche FT4 e FT3. Anche per il testosterone, che viene dosato nelle donne con acne o irsutismo, mentre nei maschi con problemi erettili, basta fare l’analisi del testosterone totale e non assieme del testosterone libero. Entrambi non servono. Analogamente a quanto avviene per il colesterolo: servono LDL (cd colesterolo cattivo), HDL (cd colesterolo buono) e trigliceridi. Non serve il colesterolo totale.
“Non è detto che fare più esami significhi curare meglio”, avverte il dottor Roberto Castello, direttore UOC Medicina A. “L’evoluzione continua della Medicina nell’ambitoendocrinologico e metabolico, porta a nuove conoscenze, procedure e nuovi metodi, in particolare nell’appropriatezza della prescrizione degli esami. Oggi in molti casi chiedere meno esami significa fare meglio, sia per la diagnosi anche clinica che per i costi a carico dei pazienti e del Servizio sanitario nazionale. Diagnosi accurate si possono fare anche con la certezza di meno dati”.
Trattamenti impensabili fino a poco tempo fa. Le novità in ambito metabolico riguardano terapie, impensabili fino a poco tempo fa, in termini di assunzione per il paziente e di efficacia di cura. E in arrivo la più eclatante: la nuova insulina basale a dosaggio settimanale, così il paziente diabetico in un anno invece che 365 somministrazioni ne fa 52. Diabete e dislipidemie, che sono le alterazioni della quantità di lipidi nel sangue, hanno ora a disposizione nuovi farmaci più efficaci, con meno eventi avversi e soprattutto con capacità di intervenire nelle complicanze d’organo. Il cuore e il rene, infatti, possono subire danni dall’eccesso di glicemia e di grassi. I nuovi trattamenti garantiscono anche una prevenzione cardiologica, vascolare e nefrologica.
“Siamo arrivati al traguardo della terapia sartoriale, tagliata su misura per ogni singolo paziente – aggiunge il direttore Castello -. I nuovi farmaci non solo riducono i livelli di glicemia o dei lipidi nel sangue, ma a seconda del quadro clinico generale del pazienteintervengono anche su altri organi. Si tratta infatti di farmaci multitasking che, possono aiutare anche a trattare lo scompenso cardiaco e l’insufficienza renale”.
Il punto della situazione. Organizzato dal dottor Castello, sabato 7 dicembre, al Polo Zanotto dell’università, si terrà una intera giornata di convegno. “Dilemmi in ambito endocrino-metabolico-internistico, come orientarsi” è il titolo del convegno che porta a Verona i maggiori esperti italiani che, seguendo il rigore delmetodo cartesiano sull’evidenza dei risultati, porteranno le rispettive esperienze per contribuire al progresso del metodo clinico in termini di appropriatezza e di utilizzo dei nuovi farmaci.