The Bounty Killart: in mostra a Verona dal 5 ottobre all’11 novembre

 
 

“The Bounty Killart” parte seconda: dopo la presentazione in anteprima a Pietrasanta, la scorsa primavera, il progetto approda a Milano e Verona, dal 5 ottobre all’11 novembre, dove, nelle sedi della galleria “marcorossiartecontemporanea”, saranno esposte le opere del collettivo torinese di giovani artisti, nato nel 2002 su iniziativa di Jacopo Marchioretto, Rocco D’Emilio, Dionigi Biolatti e Marco Orazi, studenti, a quel tempo, dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.

Una rivisitazione, la loro, in chiave nichilista, ironica, irriverente e provocatoria dell’arte antica, neoclassica e rococò – riconducibile concettualmente ai “trasgressori” del Novecento, dal dada alla pop-art  – vista, negli ultimi anni,  in personali e collettive, in Italia e all’estero, tra le quali “Oggi il kitsch”, a cura di Gillo Dorfles, Triennale di Milano, 2012, “L’Air ne fait pas la chanson”, Tunnel Riva Monaco, “Jackpot!”, Galleria Allegra Ravizza, Lugano 2014. Nello stesso anno hanno partecipato alla Biennale Giovani di Bologna, curata da Renato Barilli, a Resilienze 2.0 a cura di Caterina Fossati e Luciana Littizzetto a Torino e, nel 2015, a Holy Mistery, rassegna organizzata in occasione dell’ostensione della Sindone, e a Simulacra OPEN AIR DI SCULTURA al Pala Alpitour/Isozaki. Nel 2016 hanno affiancato le loro sculture dissacranti accanto alle storiche ceramiche di palazzo Madama, sempre a
Torino, nella mostra “Terra. I segreti della porcellana”.

Il progetto “Gli ammutinati del Bounty”, curato da Luca Beatrice, cita il celebre film di Lewis Milestone del 1962, protagonista Marlon Brando, ispirato a una storia vera, accaduta nel 1789. Così si riconoscono i Bounty torinesi, incuranti delle regole, per stravolgere
immagini del passato inserendo evidenti segni del presente, con una vena di follia.

The Bounty Killart lavorano prevalentemente con la scultura, misurandosi con diversi materiali: gesso, resina, marmo, fusioni in alluminio e bronzo, per realizzare busti, vasi, bassorilievi, statue.
Le prime opere del progetto, compresa una nuova installazione site specific, disegni e incisioni, sono state esposte a Pietrasanta; dal 5 ottobre, a Milano e Verona, altri lavori completeranno il nuovo ciclo “Gli ammutinati del Bounty”, raccolto in un catalogo monografico curato da Beatrice.
Parallelamente alle personali in galleria, si collocano due importanti presenze pubbliche:
a Verona due busti raffiguranti Vittorio Emanuele II e la Bella Rosina, intitolati Love is the answer 1 e 2, dialogheranno con le opere antiche del prezioso museo Miniscalchi Erizzo, mentre a Milano, il nuovo allestimento alla Bocconi Art Gallery, previsto per il 13 novembre, comprenderà anche la scultura interattiva “Da grande vorrei fare la rockstar”.

 
 
Alessandra Moro
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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