Con la seduta del 10 luglio scorso, il Cipe ha approvato il progetto definitivo della nuova linea AV/AC Brescia – Verona, Lotto Brescia est – Verona (escluso nodo di Verona), “che costituisce tratta funzionale, dal costo di 2.499 milioni. Il CIPE ha altresì approvato, anche ai fini dell’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e della dichiarazione di pubblica utilità, della compatibilità ambientale e dell’intesa sulla localizzazione, le parti del progetto definitivo in variante rispetto al progetto preliminare nonché autorizzato l’avvio della realizzazione delle opere del 1° lotto costruttivo del “Lotto Brescia est – Verona (escluso nodo)”, entro un limite di spesa di 1.892 milioni di euro. Il CIPE ha altresì disposto la progettazione, in sostituzione del cosiddetto “Shunt di Brescia”, della soluzione “Quadruplicamento in affiancamento alla linea storica nell’ambito del Nodo di Brescia”, finalizzata a dare continuità alla Linea AV-AC Milano – Verona e la sua presentazione al MIT entro dodici mesi”.
Questo il contenuto ufficiale della delibera, che ha suscitato le reazioni delle parti che fanno dell’impatto ambientale uno dei loro punti programmatici. Dario Balotta, responsabile trasporti Legambiente Lombardia, commenta: “L’abbandono dello shunt a Montichiari (aeroporto fantasma) è l’unica nota positiva delle decisioni CIPE di ieri. Almeno si punta sull’attraversamento della linea a Brescia. È capire perché si va avanti con un progetto che costa a km il triplo di quello che costa in Francia (e la revisione della spesa promessa?), si salta colpevolmente il lago di Garda rinunciando al più grosso mercato turistico del nord Italia; si insiste con l’alta velocità su una tratta breve quando sarebbe più funzionale un sistema tradizionale (meno rumoroso, meno costoso, meno veloce e meno energivoro) e infine si attraversa il Lugana anziché affiancare la linea storica distruggendo natura e ricchezza ( dei vigneti) più di quanto se ne crea con l’alta velocità. Altro che la project review promessa nel DEF di giugno. Il Governo non vuole discontinuità e correggersi. Ma una analisi costi benefici di un progetto di 30 anni fa il CIPE non può non commissionarla ( ad un soggetto terzo)“.
Tira in ballo il mancato coinvolgimento del Garda anche Francesca Businarolo, deputata del Movimento 5 Stelle: “Siamo davanti all’ennesimo annuncio da campagna elettorale permanente? Resta un mistero come sia possibile finanziare un progetto che non prevede ancora una soluzione su due nodi importanti: quello di Brescia città e l’eventuale fermata del lago di Garda. Si parla di lavori a partire dall’autunno, cioè tra un paio di mesi, quando per la pubblicazione della sola delibera ci vuole almeno un tempo analogo, dato il passaggio alla Corte dei Conti. C’è da sperare che si tratti solo un annuncio. Sarebbe la solita propaganda a cui ci ha abituato il governo e gli esponenti locali del Partito democratico, già visti per le risorse che dovevano essere destinate al collettore di Garda, alla discarica di Pescantina e alla bonifica dei Pfas. Ma finché rimangono parole, si risparmia, almeno, un progetto grottesco che costa tre volte l’equivalente francese e che non risolverà minimamente i problemi dei pendolari”.
Quello della linea Tav è stato e rimane un tema assai controverso; c’è da aggiungere che simile dibattito ne potrebbero creare anche altri, discussi nella medesima seduta Cipe, ad esempio la ripartizione dei contributi per l’anno 2014 (circa 14 milioni di euro), a titolo di compensazione in favore dei siti che ospitano centrali nucleari ed impianti del ciclo del combustibile nucleare, nella misura del 50% ai Comuni sede di impianto, del 25% alla relativa Provincia e del 25% ai Comuni limitrofi.