Talent show: il palcoscenico è per Zahra Sartipi, nata a Tehran nel 1982, cresciuta sugli sfondi della rivoluzione islamica del ’79 e della guerra Iran-Iraq, positiva e intraprendente, attratta fin da giovanissima dalle dinamiche della sua cultura, fino alla concretizzazione con una laurea in graphic design nella città natale e un successivo diploma in industrial design all’Accademia di Belle Arti di Verona, nel 2010. Zahra ha ulteriormente affinato la sua professionalità con un master in fashion direction al Milano Fashion Institute (Bocconi/Politecnico/Cattolica) e adesso, felicemente sposata e residente a Verona, sta costruendo un interessantissimo percorso come stilista.
- Hai sviluppato la tua cultura e la tua carriera fra Iran e Italia: quali le differenze, in positivo e in negativo, fra i due paesi, per chi cerca di crescere professionalmente?
L’Iran è un paese molto giovane e di conseguenza sottoposto a molti cambiamenti, ma anche caratterizzato da voglia di fare, creatività e ricchezza. E’ una situazione molto stimolante, sotto questo aspetto. L’Italia è una società matura e offre maggior sicurezza; per la moda, poi, c’è molta storia e struttura e cerco di imparare più possibile da questo patrimonio prezioso. Cerco di sfruttare i punti positivi di entrambe le culture
- Torni spesso nella terra natale o ormai vivi in Italia in pianta stabile? Che ricordi hai portato con te?
Torno spesso e volentieri! Sono di Tehran, ho studiato arte e frequentavo artisti. I miei ricordi sono collegati soprattutto a tutte le attività che portavo avanti in quel periodo, oltre che a passare lunghe ore nei musei e gallerie d’arte. E poi il cinema! Amo il cinema iraniano e mi manca tanto!
- Hai dei modelli di riferimento nel mondo della moda o ti sei creata un percorso autonomo?
Mi sono creata il mio percorso da sola, non ho cercato un modello di riferimento preciso nella moda, mi ispiro, in generale, a figure che, analogamente, hanno costruito nel tempo la loro professione.
- Solo copricapi: per ora (e farai altro) o è l’unica creazione che ti interessa portare avanti? E perché hai scelto proprio questo accessorio?
Per ora solo copricapi, ma è solo un inizio! Il copricapo mi rappresenta, è ricco di significati, è un ponte tra le due culture cui appartengo. L’atto di coprirsi il capo mi richiama la mia gente in medio oriente e lo considero, inoltre, un accessorio di estrema eleganza anche per il mondo della moda occidentale.
- Influenze iraniane nelle tue creazioni?
Io sono sanguemisto culturalmente, mescolo naturalmente e non so individuare esattamente i confini e le influenze iraniane in ciò che ideo. Ma penso che appaiano un po’ in tutto: forme, colori, scelta dei tessuti.
- Come scegli colori, tessuti?
In generale uso pochi colori, sono più concentrata sulla struttura dei miei copricapi. Prediligo utilizzare materiali puri e giocare con la consistenza del tessuto, con la forma. I materiali prevalentemente sono pregiati, pelle, velluto, jacquard, seta: conferiscono preziosità nella loro essenzialità.
- Quanto tempo serve per creare uno dei tuoi copricapi?
Per la parte creativa non saprei quantificare il tempo,ma per riprodurre un modello base ci vogliono almeno due o tre ore, poi dipende tutto dal modello e dalla sarta!
- Come promuovi le tue creazioni?
Ho lanciato la prima collezione nel gennaio 2015, tra Belle Epoque e suggestioni persiane. A febbraio 2016 ho preso parte alla fiera White Milano, con un riscontro molto positivo; in realtà procedo a piccoli passi, metto la creazione davanti alla promozione. I risultati arrivano: il copricapo “Lady Marion” ha appena ottenuto l’A’Design Award – uno dei premi di design più influenti e importanti al mondo – nella categoria moda e accessori, secondo giudizio di una giuria composta da membri della stampa internazionale, designer affermati, accademici ed imprenditori di primo piano. E’ stato un grande onore per me.
- Hai un target a cui ti rivolgi?
Sì, ho modelli precisi in mente. I miei copricapi sono complementi molto femminili ed eleganti e li penso per donne che vogliono caratterizzare il proprio stile, sapendo indossare con sicurezza e disinvoltura. Ogni modello è stato creato per un tipo di donna, per occasioni e necessità diverse.
- Il tuo look ideale?
La mia idea dell’abbigliamento femminile e maschile è un po’ rétro. Le mie epoche preferite sono gli anni Venti e gli anni Sessanta. In generale amo un look classico e pulito, con guizzi giocosi!
La trasmissione “Il lavoro a 360°” presenta un servizio su Zahra e le sue creazioni: il 13 maggio alle 17.30 su Telearena, in replica il sabato (1.00 e 14.15), la domenica (14.00) e il giovedì (1.15). Versione radiofonica su Radioverona la domenica (12.40 e 23.30). Disponibile poi su Vimeo e You tube. www.taglianigruppoadv.it
Alessandra Moro