Si impegnano nello studio, senza dimenticare la solidarietà. All’Istituto Lavinia Mondin è nata una nuova sezione Fidas Verona, composta da 32 studenti maggiorenni dei licei (13 attivi e 19 aspiranti).
Oggi, nella sede di via Valverde, è stato consegnato il labaro dell’associazione ai giovani donatori: un simbolo che rende visibile l’attività della neonata sezione, la nona aperta da Fidas Verona negli istituti scolastici veronesi. Va ad aggiungersi a quelle già attive all’Educandato Agli Angeli, agli Istituti Calabrese-Levi, Giovanni Giorgi, Guglielmo Marconi, Marco Polo, Seghetti, Stefani-Bentegodi e Alle Stimate. In tutto le sezioni Fidas Verona sono 79, per un totale di quasi 12mila donatori.
«La nascita di una nuova sezione scolastica è per noi il coronamento di un percorso di sensibilizzazione che inizia fin dalla tenera età: con i nostri volontari e con gli atleti e i tecnici della BluVolley Calzedonia ogni anno entriamo nelle classi col “Progetto scuole”, incontrando 4.000 studenti di ogni ordine e grado, a cui spieghiamo il significato di questo gesto, parlando anche di corretti stili di vita», spiega la presidente di Fidas Verona Chiara Donadelli.
Dopo aver ricevuto una corretta informazione, che sfata tabù e bufale, tanti ragazzi e ragazze scelgono di diventare donatori di sangue. Un percorso culturale di consapevolezza e di apertura al dono che Fidas Verona porta avanti da 19 anni.
La nascita della sezione Lavinia Mondin è stata favorita dal coinvolgimento dei docenti, in particolare da Elena Moscardo, che ne è stata la promotrice a partire dallo scorso anno scolastico. Oggi, in aula magna, c’erano pure due testimonial speciali: Maddalena Catazzo e Mattia Carmagnani, due ex alunni che hanno intrapreso la strada del dono, dopo essere stati accompagnati al Centro trasfusionale dai donatori di Fidas Verona.
«La nostra scuola crede nei ragazzi come motore del cambiamento della società – sottolinea la vicepreside Maddalena Comparini –. Grazie alla collaborazione fra docenti, studenti ed ex frequentanti stiamo puntando molto al volontariato come strumento di formazione della persona nella sua interezza, nell’ottica di sviluppare una maggiore responsabilità civile».