Stiffelio, piccolo grande capolavoro del maestro di Busseto

 
 

Ci sono piccoli o grandi tesori nascosti che non sempre si riescono ad individuare. 

STIFFELIO è un piccolo grande capolavoro del maestro di Busseto, Giusppe Verdi, rimasto sconosciuto non solo al pubblico veronese, ma anche al grande pubblico.

Stiffelio è un’opera lirica in tre atti composta da Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, rappresentata in prima assoluta il 16 novembre 1850 al Teatro Grande di Trieste. Il libretto è basato sulla commedia francese di Émile Souvestre ed Eugène Bourgeois, Le Pasteur, ou L’Évangile et le Foyer.  

Quest’opera è stata proposta dalla Fondazione Arena di Verona al Teatro Filarmonico nell’arco di quattro serate, da 27 ottobre al 3 novembre.

Musicalmente molto godibile, con una bellissima Sinfonia introduttiva, espressa sul palcoscenico dalle belle e giovanili voci del tenore Stefano Secco, nel ruolo di Stiffelio, del soprano Daniela Schillaci nel ruolo di Lina e dal maturo baritono Vladimir Stoyanov in quello di Stankar.

   Orchestra diretta da Leonardo Sini, Regia e luci del ginevrino Guy Montavon , scene e costumi di Francesco Calcagnini.  Direttore del Coro Roberto Gabbiani.

La trama ambientata in villaggio su cui si affaccia un vecchio castello, si basa essenzialmente sull’adulterio compiuto dalla moglie (Lina) di un pastore protestante (Stiffelio) e dal padre di lei (Stankar). Tutta l’opera è pervasa da sensi di colpa e desideri di vendetta per punire il colpevole di tanto oltraggio.

  Scenografie e costumi alquanto intonati. Da ricordare in particolare la scena finale da antologia.

Da dimenticare invece l’abito di Stankar, assolutamente non in linea con tutti gli altri, perché sembrava un pensionato frequentatore di una bocciofila per anziani.

 

Alessandro Bravi