Lo sport è collegato soprattutto ai giovani, si pratica in particolare in famiglie con una cultura medio-alta ed interessa maggiormente ragazzi e ragazze i cui genitori lo praticano. E’ il quadro che emerge in Italia secondo i dati dell’ISTAT del 2021 che sono stati illustrati questa mattina dalla consigliera comunale delegata per la Rete Italiana Città Sane-OMS Annamaria Molino durante la conferenza stampa di presentazione di Sport Expo Week 2024.
“Il Comune di Verona fa parte della Rete italiana delle Città sane – OMS ed è alla vicepresidenza – dichiara la consigliera Annamaria Molino –. Una città sana è una città che mette in atto tutta una serie di iniziative per la promozione della salute, intesa, secondo la definizione dell’OMS, come benessere fisico, psichico e sociale. E sport e attività fisica sono uno dei pilastri fondamentali della promozione della salute in tutte queste tre declinazioni.
Praticata regolarmente, l’attività sportiva contribuisce a mantenere e migliorare il benessere fisico, perché aiuta a ridurre il rischio di ammalarsi di malattie croniche come le malattie cardiovascolari, metaboliche, bronchiali e tumorali, aiuta a non fumare o a smettere. Il benessere mentale, perché migliora il sonno, aiuta a ridurre i sintomi di ansia, stress, depressione e abitua alla gestione dei diversi impegni quotidiani. Il benessere sociale, perché gli effetti positivi di una diffusa attività fisica a livello di comunità sono evidenti. La collettività ne trae giovamento anche con un aumento della partecipazione ad attività ricreative e relazionali, quindi favorisce la socializzazione. L’OMS sottolinea che è fondamentale incominciare fin da piccoli. In questo modo il bambino sarà portato a muoversi, coordinarsi, sperimentare lo spazio intorno sé e conoscere l’ambiente che lo circonda. A novembre 2020 l’OMS ha pubblicato le ‘WHO guidelines on physical activity’ che raccomandano per bambini e adolescenti almeno 60 minuti di attività fisica al giorno”.
A che punto siamo in Italia? Dati l’ISTAT del 2021
Praticare sport in modo continuativo è, tendenzialmente, un’attività giovanile: caratterizza il 58,0% della fascia 6-10 anni, il 60,6% di quella 11-14 e il 50,1% dei 15-17enni, con valori più alti tra i maschi, quindi con un gap di genere ancora a favore degli uomini ma in progressivo calo
Ci sono anche differenze legate alla situazione socio economica della famiglia: praticano sport il 49% dei bambini e giovani che vivono in famiglie con ottime o adeguate risorse economiche e il 39,8% di quelli che hanno situazioni economiche familiari più svantaggiate.
Anche il contesto culturale della famiglia incide sulla pratica sportiva. I giovani che hanno genitori con titolo di studio alto si dedicano allo sport nel 57,9% dei casi. La quota scende al 29,6% quando i genitori non sono andati oltre la licenza di scuola dell’obbligo.
Anche la famigliarità conta: quasi 8 giovani su 10 praticano sport se entrambi i genitori fanno sport, si scende a 3 su 10 quando sia il padre che la madre non sono praticanti.
E andando avanti con gli anni sono forti le diseguaglianze anche legate al titolo di studio: pratica sport il 51,2% dei laureati contro il 15,6% di chi ha la licenza di scuola dell’obbligo
Data l’importanza dell’attività sportiva, queste differenze portano nel tempo a delle disuguaglianze di salute, e su questo bisogna agire; per superare le diseguaglianze di salute, che è uno degli obiettivi delle linee programmatiche dell’Amministrazione, è necessario concentrarsi sulle fasce più fragili. Eventi come Sport Expo Week 2024, che avvicinano tutti i giovani allo sport, sono di grande aiuto. Iniziative che sono possibili solo grazie alla collaborazione con le associazioni e le istituzioni del territorio.