È diventata una nostra appendice: lo smartphone ci segue ovunque, da quando apriamo gli occhi la mattina a pochi minuti prima di prendere sonno la sera. Lo utilizziamo per comunicare con amici e familiari, per postare sui social, per fare fotografie, leggere email, lavorare e molto altro. Le ricerche hanno evidenziato però, come questi dispositivi emettano onde elettromagnetiche che, in qualche modo, potrebbero causare problemi per la salute se sovraesposti.
La società è sempre più dipendente dagli smartphone
Non possiamo nasconderci, siamo diventati dipendenti dalla tecnologia. Che sia per trovare una strada e usare un navigatore, ordinare qualcosa online, fare shopping, prenotare un viaggio o fare la spesa il nostro telefono è sempre con noi.
Secondo le statistiche, la società è sempre più dipendente dagli smartphone e soprattutto da tutti quei servizi digitali legati ad internet. Alcuni studi scientifici stanno analizzando il fenomeno mostrando come le onde elettromagnetiche emesse potrebbero, nel lungo periodo, avere effetti collaterali.
I consigli degli esperti per limitare l’esposizione
Un ottimo modo per proteggersi, mentre cerchiamo di attendere ricerche più chiare e specifiche, è quello di limitare l’esposizione del nostro corpo alle onde emesse dagli smartphone. Se eliminarli dalla nostra vita è del tutto impossibile, ci sono alcuni trucchi che possiamo mettere in atto e che possono tutelarci.
Per prima cosa non tenerlo accanto alla testa quando dormiamo, soprattutto se collegati alla corrente: possiamo scegliere una presa elettrica lontana dal nostro comodino e ovviamente non tenerlo accanto se non in modalità aereo mentre riposiamo.
Un altro consiglio che forniscono gli esperti è di non tenerlo all’orecchio quando facciamo lunghe chiamate: usare cuffie o auricolari è un’ottima opzione per evitare che le onde elettromagnetiche vengano assorbite dalla nostra testa. Non è un caso l’aumento di cefalee ed emicrania da parte di chi fa moltissime telefonate ogni giorno.
Non solo smartphone: i pericoli della tecnologia
Ci siamo concentrati sullo smartphone perché è nelle nostre mani, e in quelle dei nostri figli, per moltissime ore al giorno. Secondo quanto divulgato anche da una ricerca di Regione Lombardia sulla sicurezza negli ambienti familiari e di lavoro, tutti i dispositivi tech che utilizzano la connessione wi-fi o senza filo emettono segnali a radiofrequenza con intensità differente a seconda del singolo apparecchio.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affrontato il tema già nel 2011 e ha continuato a portarlo avanti con ricerche specifiche: ad oggi vengono classificati come possibilmente cancerogeni per le persone, soprattutto quando l’uso è prolungato.
L’impatto non riguarda solo noi adulti ma anche i bambini: gli studi mostrati dall’OMS mettono in luce gli effetti che potrebbero avere anche sui cori dei più piccoli sempre più collegati alla tecnologia. Se nell’ambiente scolastico vengono richiesti tablet e computer per studiare in formato più digital, è anche vero che il tempo libero porta i nostri figli ad avvicinarsi agli stessi dispositivi per giocare, chiacchierare con gli amici, vedere video e molto altro ancora.
I risultati degli studi
Secondo alcuni esperti di medicina e scienza, le onde elettromagnetiche non forniscono una correlazione diretta tra tumore e smartphone ma una sovraesposizione quotidiana potrebbe comunque mettere in difficoltà il nostro corpo che assorbirà inevitabilmente questa energia.
Nonostante le ricerche siano ancora in corso e mostrino risultati contraddittori: ci sono scienziati che parlano di rischi gravi e altri che invece parlano di una percentuale talmente bassa da non influenzare sul nostro corpo, è sicuramente bene sapere che non tutti i dispositivi sono uguali: analizzati diversi marchi e modelli, si è scoperto come alcuni siano più delicati e meno pericolosi di altri. Se il tema ti interessa, puoi consultare la classifica degli smartphone più pericolosi per la salute a questo link dove vengono inseriti i modelli più recenti in ordine di onde elettromagnetiche emesse.
Insomma, se non possiamo più farne a meno possiamo almeno scegliere il male minore.