Sicurezza reale e percepita

 
 

I numeri, se vengono da fonti istituzionali, sono veri… certo, come dicono gli statistici “i dati, se li torturi, alla fine confessano” e quindi li stessi numeri possono essere interpretati in tanti modi diversi. Un esempio, al netto di talk show televisivi che ci dipingono invasi da immigrati che violentano-ammazzano-rubano, la piccola criminalità (furti, rapine, violenze) risulta in diminuzione. Qualcuno sostiene che il calo è dovuto alla sfiducia, perché i cittadini non denunciano più i reati che li hanno visti vittime. A parte che l’omessa denuncia è di per se stessa un reato, personalmente ritengo che forse non denuncerei il furto delle ciabatte in piscina, ma sicuramente non terrei per me il furto in casa o quello del portafoglio; quindi se questo tipo di criminalità risulta in diminuzione lo è realmente, grazie all’aumento dei controlli preventivi, all’incremento del personale (sono stati assunti migliaia di Carabinieri e Poliziotti), all’installazione di mezzi di prevenzione quali telecamere e allarmi.

Vorrei ricordare che i governi Berlusconi, con Tremonti ministro all’Economia e Maroni agli Interni, avevano portato il turn over delle Forze dell’Ordine a dieci a uno: per ogni dieci pensionamenti, una sola nuova assunzione. Questo aveva ridotto pesantemente gli organici, che oggi, con il reintegro alla pari e le nuove assunzioni, stanno ritornando ad essere adeguati ai compiti sempre più impegnativi che necessità nuove richiedono; finalmente si tornano a vedere pattuglie in azione di giorno e di notte, sia nei centri urbani, che nelle periferie.

Quindi ci dovremo sentire meglio. Ma per molti non è così, molti si sentono sull’orlo del baratro e invocano leggi più dure, possibilità di armarsi fino ai denti, di sparare a chiunque si affacci all’uscio di casa, ecc. Ovvio che se ci lasciamo convincere che viviamo a rischio della vita, siamo più nervosi, ma questo non è un fatto, è percezione. Che colpa può avere un governo se, pur alla luce dei numeri, siamo convinti che i numeri non dicano il vero? Dove siamo realmente molto mal messi è sotto il profilo economico ma anche lì, il cittadino medio, crede a quello che vuole. E precisamente se l’elettore è di fede nazionalista, crede che la colpa sia dei migranti, se invece è populista, crede che la colpa sia della casta… la colpa è dell’enorme debito pubblico che ci portiamo dietro da anni, nato non da aiuti ad immigrati né da furti della politica, o comunque non solo da quelli, ma da un sistema che ci ha fatto vivere al di sopra delle nostre possibilità. Non c’è spazio per nessun tipo di investimento fino a quando non avremo il coraggio, la forza politica, di agire su questo problema. Il M5S e la Lega, non prendono nemmeno in considerazione l’idea di agire su questo versante e quindi sono forze politiche che non hanno alcuna credibilità, tutto il resto è propaganda pura e semplice.

 
 
Lorenzo Dalai
Lorenzo Dalai, nato a Verona, laureato in filosofia, sono sposato con Marilisa e ho tre figli. Sono stato responsabile dell’organizzazione aziendale di una catena di supermercati e Consigliere provinciale dal 2009 al 2014. Dal 1980 al 1988 Consigliere nazionale della Federazione Italiana Canoa Kayak, Attualmente Consigliere comunale ad Erbezzo.

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