di Enrico Brigi
Un punto che serve a poco ma che dimostra come l’Hellas, contrariamente a tanti che continuano a sostenere il contrario, sia ancora viva ed in grado di giocarsi sino all’ultimo ogni possibilità di tenere accesa la sempre più flebile fiammella della speranza. Contro una Fiorentina lanciata verso la qualificazione alla prossima Champions League i gialloblù, indicati “per forza di cose” da molti come vittima sacrificale, hanno strappato un meritato pareggio, lasciandosi alle spalle i pesanti ko subiti contro Udinese e Sampdoria. Nella consueta conferenza stampa della vigilia Delneri ha parlato della necessità di non retrocedere a livello mentale e vedendo quanto successo al Franchi la squadra è apparsa pienamente in grado di mettere in pratica il suo prezioso suggerimento. Davanti ad una Fiorentina per nulla trascendentale – al termine dell’incontro i viola hanno guadagnato gli spogliatoi tra i fischi – i gialloblù hanno disputato un incontro più che soddisfacente, uscendo dal campo con qualche rammarico di troppo. Dopo un primo tempo disputato in maniera abbastanza scialba da entrambe le contendenti, terminato sul punteggio di uno a zero a favore dei padroni di casa, Toni & c. hanno saputo reagire all’immeritato passivo riuscendo a rimettere in piedi il risultato grazie alla precisa inzuccata di Pisano – giunto alla quarta marcatura stagionale – quando mancavano solo sei giri di lancette allo scadere del novantesimo. Sul risultato finale, tuttavia, pesa non poco il rigore “solare” non concesso a Rebic, colpito al volto da un calcio maldestro di Astori a pochi metri di distanza dalla porta viola, sotto gli occhi un po’ disattenti dell’addizionale di turno. Il pareggio ottenuto contro la squadra di Sousa, lascia in bocca un retrogusto più amaro che dolce in quanto si è avuta l’impressione che con una maggior dose di spregiudicatezza si sarebbe potuto portare a casa qualcosa in più di un misero punticino. L’aver rinunciato in avvio di partita a Pazzini, sacrificandolo sull’altare di un inedito 4-2-3-1, ha sicuramente limitato la fase offensiva dei gialloblù che per tutto il primo tempo hanno mostrato evidenti difficoltà nelle ripartenze e raramente sono giunti nei dintorni di Tatarasanu. Nella ripresa, invece, complice anche il risultato negativo, l’impatto con il match è stato decisamente diverso grazie anche agli innesti di Siligardi, Emanuelson e dello stesso Pazzini. I cambi operati da Delneri, infatti, hanno consentito alla squadra di alzare il baricentro del gioco, riuscendo ad impensierire in più di un’occasione la retroguardia di casa, sino a trovare la rete del meritato pareggio. Dopo la partita di Firenze la situazione di classifica continua a rimanere drammatica ma l’errore più grande, da non commettere assolutamente, sarebbe quello di considerare oramai compromessa la corsa per non retrocedere. Non bisogna dimenticare che il bello dello sport e del calcio in particolare, è che tutto può sempre succedere e che non esiste mai nulla di scontato. Sicuramente una vittoria, oltre che dare morale, avrebbe potuto accrescere le possibilità di salvezza ma, anche se il ragionamento può apparire fin troppo lapalissiano, un pareggio è sempre meglio di una sconfitta. Il risultato del Franchi, nonostante tutto ci restituisce pertanto una squadra ancora viva ed è questo l’aspetto che più conta. La matematica, da sempre giudice supremo, può ancora aspettare e alla luce di tutto, non è certo cosa da poco…