Si è tenuto il 21 ottobre l’incontro ufficiale tra il Sindaco di Pescantina Luigi Cadura e la squadra Settimo Tamburello, laureatasi campione d’Italia Serie C 2017. Così quella coppa splendida, girovaga tra le braccia materne dei giocatori, si è potuta accomodare per un paio d’ore sulla scrivania del primo cittadino e si è goduta lo spettacolo.
Uomini in azzurro, i colori sociali della società pescantinese, si stringono in abbraccio per la foto di rito. «L’Amministrazione – interviene il Sindaco appena dopo lo scatto – vi ringrazia per il risultato ottenuto… su un campo tanto contestato», seguono le risate amare dei presenti tipiche di chi ricorda una fatica passata. «Sicuramente – ammette il presidente del Settimo Claudio Benico – la vittoria di questo campionato è una rivincita. Già da un po’ di anni c’era stato tolto il campo e addirittura siamo stati costretti ad andare a giocare a Bussolengo dopo la chiusura del campo di Ospedaletto (trasferimento oltre Adige non privo di spese, ndr). Essere qui a festeggiare è per me e per tutti una grossa soddisfazione».
Lo è certamente anche per l’Amministrazione la cui decisione di concentrarsi sulla risistemazione del campo, parliamo del 2014, aveva sollevato diverse polemiche da parte di alcuni membri delle opposizioni. Inutile e di scarsa priorità questo campo si disse, eppure ha portato il Settimo a un traguardo meraviglioso: riconquistare un titolo che mancava nel veronese da diversi anni e farlo da squadra pescantinese che gioca su un campo pescantinese.
Un posto in cui giocare e in cui vincere un campionato che, a detta dell’allenatore Luciano Filippini, non è stato così inaspettato «perché abbiamo sempre lottato e perché volevamo arrivare a tutti i costi a questo obiettivo: ce l’abbiamo fatta perché abbiamo vinto 24 partite su 25. Complimenti ai ragazzi, un successo del genere capita una volta ogni tanti anni».
Scherzano i giocatori in maglia azzurra di fronte alla foto appesa in ufficio, li ritrae vincitori allo sferisterio di Capriano del Colle: sono Renzi, Murari, Vicentini, Lonardi, Momi, Camparsi e Benico i campioni italiani del Settimo che l’anno prossimo dovranno giocarsi la Serie B «Cercando di assestarci in un campionato più competitivo» avverte l’allenatore, per tentare altre imprese c’è sempre tempo.
Alla Società di tamburello va la targhetta di ringraziamento del Comune di Pescantina e l’abbraccio dell’intera comunità, perché il Settimo non è solo di Settimo ma è di tutto il paese. Perché questo scudetto ha dato nuova linfa e interesse a uno sport minore e a tutto l’aspetto sociale che lo circonda, proprio come sostenuto nel 2014. Quindi al vento le sterili polemiche sulla casa del Settimo tamburello che hanno messo a forte rischio la continuazione nel pescantinese di una nostra comprovata tradizione: la Coppa se la ride sotto i baffi, fiera com’è su quella scrivania.