Ieri il sindaco Federico Sboarina ha chiesto al Viminale la modifica legislativa necessaria a scongiurare l’aumento delle tariffe del trasporto scolastico. Della questione ha investito anche il prefetto, che a sua volta scriverà al ministero dell’Interno. Queste azioni si aggiungono al lavoro già attivo nei mesi scorsi, partito dopo la sentenza della Corte dei Conti del Piemonte che, a giugno, aveva definito lo “scuolabus” non un servizio a domanda individuale, i cui costi devono pertanto ricadere totalmente sull’utenza e non sulle casse comunali.
Per continuare a garantire alle famiglie il contributo comunale allo scuolabus è necessario che, come richiesto nei mesi scorsi anche dall’Anci, venga inserito nel Decreto Ministeriale del 31/12/1983, nell’elenco dei servizi pubblici locali a domanda individuale. Sullo stesso tema è impegnato anche il senatore Stefano Bertacco che, a giugno, aveva sollecitato il Governo con una interrogazione in cui chiedeva “se, alla luce anche del parere della Corte dei Conti, non si ritenga necessario che il trasporto scolastico sia quanto prima inserito nell’elenco dei servizi pubblici a domanda individuale, in modo da consentire un alleggerimento del peso economico complessivamente connesso all’erogazione del servizio che, in caso contrario, sarà interamente a carico delle famiglie e, in ogni caso, quali iniziative di competenza intenda assumere al riguardo”.
Tale servizio è stato fino ad oggi assicurato dal Comune di Verona a tutti gli studenti dagli 0 ai 13 anni, con una quasi totale copertura dei costi. Dei 2 mila euro annui necessari per il trasporto di ogni singolo utente, infatti, le famiglie hanno finora pagato solo 200 euro, mentre l’Ente ha sostenuto un costo totale di 1 milione e 500 mila euro annuo, garantendo un ampio ed articolato servizio su tutto il territorio. Altri Comuni veneti hanno da sempre sostenuto solo il servizio per le scuole dell’obbligo (primarie e secondarie di I° grado) e per il solo tratto che consente il raggiungimento della più vicina sede scolastica. Altri, invece, sono intervenuti solo laddove non era presente il servizio di trasporto pubblico di linea ed un Comune capoluogo risulta non aver attivato alcun servizio di trasporto scolastico.