L’obbligo di iscrizione all’albo per gli educatori della prima infanzia mette a rischio l’apertura dei nidi in settembre. L’ANCI, dopo aver raccolto le continue segnalazioni dei Comuni, ne chiede l’eliminazione
L’ANCI (Associazione Nzionale Comuni Italiani) esprime preoccupazione per le continue segnalazioni dei Comuni che si trovano a disagio a causa della previsione dell’obbligo d’iscrizione all’albo degli educatori professionali socio-pedagogici anche per gli educatori dei servizi educativi per l’infanzia: asilo nido, micronido, sezioni primavera e altre tipologie di servizi integrativi (prevista dalla legge 55/2024) e chiede, attraverso gli emendamenti presentati al DL 89/24 in discussione presso la Commissione Ambiente della Camera, l’esclusione del personale educativo da tale obbligo.
La formulazione poco chiara della norma, peraltro, lascia supporre che il personale educativo privo del titolo di studio richiesto potrebbe perfezionare l’iscrizione all’albo solo in fase di prima attuazione, cioè entro il 6 agosto, e in caso di mancato rispetto di questo termine non potrebbe più svolgere le mansioni di educatore, lasciando quindi scoperti i servizi.
Una disposizione non condivisa nelle opportune sedi istituzionali, che metterà in grave difficoltà i Comuni nel reclutamento del personale, con il serio rischio di mettere in discussione l’avvio delle attività dei servizi educativi a settembre, fino a paralizzare un servizio essenziale per le famiglie, i bambini e le bambine, oltre a creare una grande confusione per gli operatori di questi servizi.
Alberto Speciale
VISIONE MIOPE DA PARTE DELLA COMMISSIONE PER IL SISTEMA INTEGRATO DI EDUCAZIONE ED ISTRUZIONE: POSIZIONE ASCIENTIFICA, FUORI DAL TEMPO E DALLA STORIA.
L’infanzia e la preparazione specifica relativa alla prima infanzia costituiscono la base formativa di qualsiasi educatore, anche di colui che lavora con gli adulti, con gli anziani o con persone con disabilità. Tutto parte dall’infanzia ed ha lì il fondamento: pensiamo, ad esempio, a quanto influiscano i primi anni di vita sull’organizzazione e differenziazione neurologica di un individuo e quanto l’educazione incida in tutto questo (le recenti scoperte delle neuroscienze lo confermano). Ma dobbiamo anche comprendere il grave errore che si commetterebbe nel voler frammentare la figura dell’Educatore, in relazione all’ambito nel quale va ad operare, significherebbe perdere la visione globale sull’Uomo, il “Pensami adulto”. Frammentare l’esperienza dell’Educare in singoli segmenti sarebbe come voler analizzare un film basandosi su un singolo fotogramma, piuttosto che cogliere la visione d’insieme.
L’aver ricompreso la qualifica di educatore dei servizi educativi per l’infanzia all’interno di quella di educatore professionale socio-pedagogico e dunque l’aver previsto l’ingresso nell’Ordine professionale di entrambe le qualifiche professionali è una scelta di grande visione, che punta alla reale qualificazione dei servizi educativi per l’infanzia. L’obiezione anacronistica della Commissione per il Sistema Integrato secondo la quale gli albi professionali sarebbero necessari solo per le figure che svolgono la libera professione non ha alcun fondamento scientifico e non trova riscontro nella realtà: non risulta, ad esempio, che gli assistenti sociali, o gli stessi medici siano tenuti all’iscrizione all’Ordine professionale solo quando lavorano come liberi professionisti.