LETTERE ALLA REDAZIONE
Nel silenzio degli innocenti (o incompetenti?), qualche settimana fa mi sono detto: “Dai, prendiamoci un po’ di meritate ferie ché a tener compagnia a Verona ci pensa la stagione dell’Opera”.
Ah.
Su questo, permettetemi solo un brevissimo commento.
Spettacolo superlativo, per cuori forti, in una serata il cui manto stellato sopra l’anfiteatro piange d’invidia per la propria incapacità di godersi lo spettacolo da più vicino.
Mentre, sempre da lassù, ci piace pensare ad un Zeffirelli in standing ovation.
Tutto finalmente nazionale e tricolore.
L’applauso del Maestro – ecco l’appunto – sarebbe stato sicuramente più convinto laddove l’eccitazione del giorno dopo avesse coinvolto maggiormente la realtà certosina, operaia, talentuosa e imprescindibile della Fondazione Arena.
Lavoratori debitamente ringraziati, ci mancherebbe (De Cesaris); ma si poteva fare di più. C’è tempo.
Ecco invece chi di (buon)tempo ne ha tanto. Forse troppo.
Il progetto di una metropolitana a Verona lo vedo paragonabile – come autogol – ad un malato di cuore che, appena uscito dalla sala operatoria, decide di farsi una bella flebo di negroni (ops, si può ancora dire, vero?).
Se gli occhi di tutti sono puntati verso il mare (Sea Watch), non solo perché fa caldo e vorremmo tuffarci tutti quanti, sulla terraferma le cose non vanno certamente meglio.
D’altronde, è naturale. Pensare di scavare, di eclissarsi fra le meraviglie dei resti storici del sottosuolo scaligero, è operazione obbligata per un partito che il fondo del barile l’ha raggiunto (e bucato) da tempo.
Peccato che a 20-30 metri sotto la bellissima Piazza Erbe o l’altrettanto bel quartiere di Veronetta non si trova neanche un voto. Mettete(lo) via, il progetto.
Pepito Sbazzeguti.