Dalla Biblioteca Civica, all’Istituto tecnico statale Cangrande della Scala: la mostra fotografica documentaria “Lungadige. Opere pubbliche nell’area di San Giorgio tra Ottocento e Novecento” approda, per gli studenti, nella sede formativa dei Geometri di Verona, come occasione di studio e formazione sulla storia urbana della città. Seguendo sempre lo stesso filo rosso e l’originale “allestimento diffuso” negli spazi dell’Istituto, così da coinvolgere direttamente gli studenti.
La mostra sintetizza in 100 immagini storiche il racconto dei lavori che ridisegnarono radicalmente la città, a partire dal 1934, nella zona di Porta San Giorgio e di riva Sant’Alessio, con la costruzione del nuovo Lungadige “del Littorio”, che oggi viviamo come spazio pubblico.
L’esposizione, realizzata dall’Associazione AGILE in collaborazione con l’Archivio di Stato di Verona e l’Archivio Generale del Comune, è promossa nell’ambito del Progetto Archivi del Costruito del Territorio Veronese in Rete (ARCOVER), sostenuto dalla Fondazione Cariverona. Progetto che lavora, in particolare, alla digitalizzazione, valorizzazione e condivisione del patrimonio archivistico della città, per raccontarne le trasformazioni lungo il Novecento.
Inserito nel contesto delle celebrazioni dei 90 anni di fondazione del Collegio Geometri di Verona, il percorso espositivo è stato presentato agli studenti lo scorso venerdì 29 marzo nell’Aula Magna del Cangrande, con i contributi di Angelo Bertolazzi, ingegnere e membro del gruppo di lavoro Arcover e di Corrado Pellachini, ingegnere e docente di Materie tecnicheall’ITS Cangrande, che ha proposto un affondo sul tema: “Il fiume Adige: una realtà costruita”.
All’incontro sono intervenuti la preside, Sara Agostini, Luca Zanotto, vicesindaco di Verona e assessore ai lavori pubblici, Ilaria Segala, assessore all’Urbanistica ed edilizia privata del Comune di Verona, Albino Barresi, direttore dell’Ufficio scolastico provinciale e Fiorenzo Furlani, presidente del Collegio Geometri di Verona.
Unanime l’elogio all’iniziativa che vede riproporre nelle scuole, in tutta la sua completezza, la mostra sulla storia ed evoluzione urbana della città con immagini storiche “di cantiere” – molte inedite – che restituiscono agli studenti luoghi sconosciuti che, trasformati, oggi risplendono in tutta la loro bellezza, rendendo Verona patrimonio mondiale Unesco. Una collaborazione, quella tra team Arcover e Istituto Cangrande, che ha dato il via anche ad una concreta opportunità sul fronte dell’alternanza scuola-lavoro: una studentessa inizierà infatti a collaborare con il gruppo di lavoro Arcover sul materiale archivistico.
“La mostra che andiamo a riproporre nella scuola – ha spiegato Michele De Mori, presidente di AGILE, capofila del progetto – è frutto di una virtuosa collaborazione tra enti pubblici e associazioni culturali della città che lavorano sul tessuto urbanistico di Verona e del suo territorio. Il patrimonio storico “silente” negli Archivi cittadini, dialoga e racconta oggi a gran voce agli studenti e futuri tecnici la storia della città e diventa un’occasione concreta di studio e formazione per i ragazzi”.
«Un’occasione formativa importante per gli studenti – ha sottolineato Sara Agostini, preside del Cangrande -, anche e soprattutto nella prospettiva del loro futuro professionale. Un’opportunità per “toccare con mano” la storia “cantierizzata” di zone della città che negli anni Trenta sono state oggetto di profondi rifacimenti e trasformazioni. Immagini particolareggiate di cantieri che mettono in evidenza elementi costruttivi importanti per una didattica “visiva” che ha conquistato gli studenti”.
«L’allestimento, negli spazi dell’Istituto Cangrande, di una mostra che racconta i cambiamenti di una parte importante di Verona – ha ribadito il presidente del Collegio Geometri di Verona Fiorenzo Furlani – ha uno straordinario valore perché permette agli studenti di comprendere come i grandi progetti abbiano mutato il volto della nostra città. Ma rivela anche come tecniche, tecnologie e competenze si siano evolute e come i professionisti del tempo abbiano affrontato problemi che sono quelli con cui anche i tecnici, di oggi e di domani, si devono confrontare. Per operare al meglio oggi, guardando al futuro, è necessario conoscere il passato. Dal punto di vista formativo, l’esposizione ha, quindi, un grandissimo valore perché pone l’accento sulla formazione e sull’importanza del lavoro dei professionisti geometri che contribuiscono a realizzare quei progetti».