Togli un posto a tavola…
“Se per il vicepremier Di Maio, Verona è una città di sfigati e fanatici solo perché ha ospitato il Congresso della famiglia, allora lo invito a non venire in città nemmeno fra pochi giorni quando ha in programma la sua visita al Vinitaly.
Può andare da un’altra parte a fare la sua passerella elettorale, visto che la città è la stessa che lui ha insultato. E il Comune di Verona che ha co-organizzato il congresso è lo stesso che è socio di maggioranza in fiera. Se esistesse il Daspo urbano per le offese arrecate, a Verona Di Maio lo rischierebbe”.
Formalmente trascorse appena 72 ore dall’ultimo microfono acceso del contestatissimo Congresso Mondiale delle Famiglie, non si spengono le polemiche di “II o III livello”. Recuperare la mole di dichiarazioni che hanno accompagnato i manifestanti di entrambi gli schieramenti sarebbe più che folle; oggi a far rumore sono le voci di chi non c’è (o di chi non può più venire).
È un Sindaco a tutto campo e a tutto tondo; suo “bersaglio” è il vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi di Maio.
“Finora – prosegue il Sindaco – non ho detto nulla perché, da sindaco, avevo questioni più importanti, come la sicurezza e vivibilità della città. La macchina imponente che è stata messa in campo, e di cui ringrazio Prefetto e Forze dell’Ordine, ha dato prova di grande efficienza, esempio su tutti l’episodio che ha visto coinvolta la dirigente Digos, Tea Mercoli. Tutto è andato bene e adesso è il momento della verità. Per ribadire che sul Congresso, come volevasi dimostrare, è stata costruita una enorme macchina del fango, un preventivo processo alle intenzioni.
Nessun relatore imbarazzante e nemmeno nessuna caccia alle streghe. Qui, si è invece affrontato in termini positivi il tema della famiglia, cioè della cellula fondamentale della nostra società come stabilito dall’articolo 29 della Costituzione. Purtroppo, nelle settimane scorse, la macchina del fango ha avuto il sopravvento, con le fake news nei confronti del congresso, dei suoi partecipanti e di una città intera. La città è stata insultata anche da politici locali che, vergognosamente, hanno utilizzato il Congresso per attaccare la propria città solo per fini politici, per un proprio tornaconto da orticello politico. Come Amministrazione abbiamo, per senso di responsabilità, sempre mantenuto i toni bassi ciò che, invece, altri non hanno voluto fare.
VERONA TIENE
“Abbiamo dato dimostrazione che, nella nostra città, ciascuno ha il diritto di esprimere le proprie idee. Lo devono avere quanti partecipano al Congresso, che parlano di una cosa così ‘strana’ come è la famiglia, e le migliaia di persone che hanno sfilato nella contromanifestazione sostenendo valori, principi e messaggi diversi. Verona è una città accogliente ma nessuno deve arrogarsi il diritto di intimorire, intimidire o attaccare chi la pensa in modo diverso. Ricordo che tra le spese che i veronesi dovranno sostenere c’è anche la pulizia dalle decine di scritte lasciate sui palazzi di Verona da alcuni partecipanti alla contromanifestazione. E questa non è una fake news”.
L’ESEMPIO DI CRUCIANI
“La migliore esemplificazione di cosa è Verona è stata data da Giuseppe Cruciani che, invitato al Congresso, ha detto dal palco e chiaramente di pensarla in maniera diametralmente opposta rispetto ai presenti. Ha ribadito però, che fino al momento in cui verrà impedito a delle persone di esprimere le proprie idee, sarà al loro fianco”.
LA FAMIGLIA
“La famiglia in questo momento è in difficoltà, ci sono famiglie che hanno problemi di carattere economico, c’è bisogno di dare un sostegno anche e soprattutto a quelle numerose, a quelle che non arrivano a fine mese e sono tante anche a Verona. Noi, da questo punto di vista, siamo la prima città d’Italia che sta studiando l’introduzione del ‘Fattore Famiglia’: anche in tema di politiche famigliari facciamo da capofila“.
FAKE NEWS
“Invece, sempre sul tema fake news, non si è mai parlato contro la legge 194. Anzi, si è ribadito che la 194 è una legge dello Stato e il documento conclusivo del Congresso ne chiede l’applicazione in toto, compresi i primi 5 articoli per la cui attuazione servono i finanziamenti. Quindi, anche in questo caso si sono affrontati provvedimenti e iniziative avanzando proposte a favore e mai contro qualcuno o qualcosa”.