“Ripensare l’intera pianificazione strategica di Verona, a partire dall’elaborazione di un nuovo PAT, nell’ottica di non mettere più in campo interventi solo sporadici o legati al singolo interesse, bensì di tracciare gli scenari di sviluppo e i piani di azione della città in un orizzonte temporale almeno decennale se non ventennale. Un nuovo PAT che sarà impostato su reali processi di partecipazione diffusa tramite percorsi di coinvolgimento dell’intera comunità cittadina – associazioni, categorie economiche, ordini professionali, enti, cittadini – sia nella costruzione degli scenari di sviluppo che dei piani di azione per la città”.
Così la candidata Sindaco Orietta Salemi ha presentato le sue proposte in tema di politiche urbanistiche e di sviluppo della città partendo da un punto fermo: la necessità di un disegno strategico a lungo termine che verrà tracciato con un nuovo PAT (Piano di Assetto del Territorio).
“Il PAT conterrà le linee fondamentali e le strategie operative per l’avvio dell’ormai improrogabile riqualificazione urbana di Verona, dal centro alle parti più periferiche, dai beni storici ed artistici ai grandi spazi dismessi, a tutte le necessità e bisogni dei veronesi di qualità della vita, di qualità dell’aria, di trasporto pubblico, di socialità, di cultura, di sport e tempo libero. Non sarà tanto o solo un piano delle regole per porre limiti e vincoli, ma un piano degli investimenti per inventare e riscoprire nuovi modelli per lo sviluppo della città” ha premesso Orietta Salemi, illustrando l’approccio che si intende adottare, prima di illustrare alcuni punti concreti.
Finanziamenti per il patrimonio pubblico Verrà promossa la ricerca continua di finanziamenti pubblici e privati tramite tutte le formule previste dalla normativa attuale (bonus art, crowdfunding, project bonus, ecc.), mettendo in campo un’apposita struttura comunale altamente qualificata, aperta alla partecipazione dei soggetti privati. “Dobbiamo aprire e sostenere in via continuativa una nuova stagione rivolta prioritariamente alla messa in sicurezza delle scuole, alla tutela e valorizzazione dell’immenso patrimonio storico-artistico ed architettonico finora lasciato ai margini, alla riqualificazione e restituzione alla città di beni quali il sistema dei forti e della mura cittadine. Per questo costituiremo un nuovo tavolo di concertazione e di progettazione al quale chiederemo di partecipare all’intera filiera dell’edilizia”.
Aree strategiche pubbliche per un nuovo sviluppo urbano “Una nuova pianificazione deve considerare il patrimonio della città, soprattutto quello storico, non solo come elemento da valorizzare, bensì come generatore di sviluppo anche economico in una visione dinamica” ha aggiunto Salemi citando come esempi le caserme dismesse e l’area in zona Porta Palio dove si può proporre un percorso che porti alla realizzazione di una sorta di “quartiere modello”; il deposito ATV di zona Porta Vescovo, che può diventare luogo privilegiato di servizi a disposizione in particolare dell’area est; lo stadio Bentegodi, che, in accordo con le due società calcistiche cittadine, deve essere oggetto di una ristrutturazione in un’ottica più funzionale e moderna, accompagnata da interventi di riqualificazione dell’intera zona. Oltre allo scalo ferroviario di Porta Nuova che nella sua trasformazione a parco urbano, potrebbe diventare la cerniera di collegamento con l’intera parte sud di Verona.
Aree di rigenerazione urbana Grandi spazi dell’attuale tessuto cittadino risultano inoltre dismessi o sottoutilizzati, uno fra tutti la Zai storica. La pianificazione strategica dovrà essere finalizzata alla promozione di nuove
“Gli investitori – ha spiegato Salemi – possono tornare a Verona solo se trovano spazi dove operare, procedure semplificate che favoriscono il loro intervento, interlocutori locali sia pubblici che privati disponibili ad accoglierli. Ancora una volta ci confronteremo con tutte le forze produttive, economiche e anche culturali (prima fra tutte l’Università) per costruire forme innovative di collaborazione e di compartecipazione”.
Riqualificazione del patrimonio abitativo privato Altra strada da seguire sarà quella della riqualificazione del patrimonio abitativo privato, in particolare dal punto di vista del risparmio energetico. “Costituiremo sportelli del cittadino diffusi sul territorio, gestiti in modo misto tra pubblico e privato, con la presenza di Agec e Agsm, per fornire assistenza, consulenza, indicazioni operative ed orientamento a chi intende realizzare interventi di riqualificazione, anche nell’ottica di facilitare l’accesso ai possibili finanziamenti. Per il privato si valuterà la revisione delle tariffe degli oneri urbanistici per favorire politiche e interventi di recupero o miglioramento energetico”.