Riprende la saga
Partiamo dalla fine del precedente articolo.
L’ingresso di Deutsche Bank con Infravia in SAVE, benedetto da Morgan Stanley che non vedeva l’ora di levarsi di torno, ha castrato gli sviluppi dell’aerea del Garda.
Nell’aprile del 2017 SAVE era ancora quotata e il delisting è avvenuto in ottobre a chiusura dell’OPA, garantendo poi nel 2018 una cedola al Doge di tutto rispetto.
Operazioni finanziare lontane anni luce dalle necessità di Verona e Brescia, del Catullo e del D’annunzio, in ogni caso operazioni che non hanno portato nulla in termini di benefici al territorio con l’ingresso dei fondi infrastrutturali speculativi tedeschi francesi in SAVE.
Nel frattempo anche i Benetton erano usciti da SAVE monetizzando la partecipazione, gli stessi Benetton che sembra si stiano affacciando per discutere l’ingresso in Catullo.
Ci si augura, ovviamente, con una gara a cui possano competere i maggiori investitori infrastrutturali internazionali, che già si sono presentati alla politica del territorio.
Che gli investimenti fossero a ZERO per il Catullo ed il D’Annunzio è chiaro dalla circostanza che i 67,5 milioni di investimenti messi a budget nel triennio 2016-2019 da parte di SAVE per Verona e Brescia, sono rimasti sulla carta, come quelli promessi da Premier Conte recentemente con la Boderosa Bodenza di Fuogo dei 400 mila miliardi di fuffa.
La stampa dell’epoca, che sembra lontana ma è di appena quattro anni fa, indicava nuove strategie cargo per Brescia. Leggere per credere!
Ovviamente se ci fossero stati quegli investimenti il traffico e le merci non potevano finire a Venezia per ingrassare le ruote degli ingranaggi del futuro investimento dei fondi.
Ad oggi, quindi, nonostante i roboanti annunci di Arena, Riello e compagnia cantante (Carisano, Scarpa ecc ecc), senza dimenticare il Marchi, nulla si è visto e, sicuramente mantenendo gli stessi in società, nulla si vedrà.
E’ giunta l’ora di fare pulizia profonda.
E’ giunta l’ora delle Sagre
Gerardo Grote